Tra voglia di staccare, carico mentale e gestione domestica, l’estate si trasforma per molti in un esercizio di logistica (e sopravvivenza).

C’erano una volta le vacanze estive: il momento in cui si chiudeva la porta dell’ufficio, si metteva in pausa la mente, e si partiva. Oggi quel concetto sembra lontano anni luce. Per chi ha figli, animali domestici, un lavoro impegnativo e genitori anziani da gestire, la vacanza non è più una pausa… ma un complicato esercizio di equilibrio.

Lo conferma anche un’indagine condotta da Business Intelligence Group, che ha coinvolto un campione di lavoratori italiani tra i 30 e i 60 anni. L’obiettivo? Capire come le persone si stanno organizzando per affrontare l’estate 2025, tenendo conto non solo del desiderio (sacrosanto) di riposo, ma anche delle numerose variabili in gioco.

La vacanza “allargata”: in viaggio con tutta la tribù

Alla domanda “Come gestirete quest’anno la logistica familiare e il tempo per voi?”, il 54% degli intervistati ha risposto: “Tutti in viaggio insieme”. Una scelta che comprende figli, animali domestici e, talvolta, anche nonni al seguito.

È la vacanza “inclusiva”, in cui si cerca di far coincidere i desideri di tutti: relax per i genitori, divertimento per i figli, e cura per gli animali domestici. Ma è davvero riposo?

“È un paradosso tipico della nostra epoca – spiega Gianni Bientinesi, CEO di Business Intelligence Group – Vogliamo ‘staccare’, ma portiamo con noi tutto ciò che normalmente gestiamo separatamente. Così, la vacanza diventa un’altra forma di gestione, con ritmi e stress solo apparentemente diversi.”

Delegare (con fatica) o dividere (per sopravvivere)

Solo il 7% dichiara di “delegare” in modo strutturato: figli affidati a nonni o campi estivi, animali in pensione o con pet-sitter. La ragione è doppia: da un lato, il costo sempre più elevato di questi servizi; dall’altro, una certa resistenza culturale a “scaricare” le proprie responsabilità.

Un altro 21% opta per vacanze separate: genitori in viaggio da soli, figli e animali che restano a casa. È una scelta sempre più diffusa tra i genitori di adolescenti, che cominciano ad avere esigenze autonome e preferiscono restare con amici o partner.

Infine, il 18% racconta di adottare “soluzioni creative”: turni con il partner, scambi con amici, settimane alternate. Un esempio? “Noi andiamo in vacanza la prima settimana, loro la seconda. I cani li dividiamo. Poi ci ritroviamo tutti a fine agosto”. Un nuovo modo di concepire il tempo libero, più fluido e adattivo.

 Il carico mentale non va in ferie

Dietro questa diversificazione di modelli si nasconde una realtà più profonda: il carico mentale non scompare d’estate, cambia solo forma. La gestione degli equilibri familiari, la pianificazione, le responsabilità quotidiane continuano anche in vacanza.

Secondo dati ISTAT aggiornati al 2024, il 73% del lavoro domestico e di cura in Italia è ancora a carico delle donne. E in estate, questo squilibrio tende ad accentuarsi. Chi organizza? Chi prenota? Chi prepara le valigie e chi controlla se la casa è chiusa bene? Chi pensa al cibo per il cane?

In molte famiglie, le ferie rischiano di diventare l’ennesima performance da gestire, con poco spazio per la rigenerazione autentica.

https://www.istat.it/it/benessere-e-società

Lavoro e ferie: staccare è un lusso

Anche il rapporto tra vacanze e lavoro è cambiato. Sempre più persone dichiarano di portarsi dietro computer, smartphone, o almeno la preoccupazione per ciò che troveranno al ritorno. Secondo una ricerca Eurofound, oltre il 25% dei lavoratori europei non riesce a disconnettersi completamente durante le ferie.

In Italia, complice una cultura professionale ancora legata alla reperibilità e alla dedizione totale, il diritto alla disconnessione è spesso vissuto con senso di colpa.

“La vera sfida oggi non è organizzare le ferie – continua Bientinesi – ma legittimarsi il diritto a non essere produttivi. È un cambiamento culturale che richiede tempo e consapevolezza.”

Le imprese cosa fanno?

Alcune aziende si stanno muovendo. Cresce il numero di imprese che offrono flessibilità estiva, come lo smart working prolungato, la settimana corta o convenzioni con strutture pet- e family-friendly. In altri casi, i dipartimenti HR iniziano a proporre soluzioni di “ferie assistite”, con servizi per alleggerire il carico mentale dei dipendenti.

Non è solo una questione di welfare: promuovere ferie autenticamente rigenerative significa ridurre il rischio di burnout, aumentare la motivazione al rientro, e costruire una cultura organizzativa più sostenibile.

E domani?

L’indagine di Business Intelligence Group ci restituisce il ritratto di una società che cerca nuove strade per conciliare lavoro, famiglia, benessere e libertà. Nessuna formula magica, ma una gamma crescente di strategie individuali e collettive.

Che si parta con la famiglia al completo, si sperimenti la separazione temporanea, o si trovino soluzioni “ibrido-creative”, l’estate resta un banco di prova – forse il più concreto – per misurare il nostro vero equilibrio tra vita e lavoro.

E voi, quest’anno siete riusciti a staccare davvero?

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