Ci sono progetti che nascono per raccontare, e altri che nascono per cambiare. L’Osservatorio Ri-Generazione, promosso da Business Intelligence Group (BIG), appartiene a questa seconda categoria. Dal 2020 osserva i mutamenti della società italiana ed europea, li misura, li analizza, ma soprattutto li restituisce come leve di responsabilità. Non soltanto dati, dunque, ma decisioni. Non previsioni astratte, ma traiettorie concrete.

Una storia che parte da lontano

La sua storia prende forma in un’epoca segnata da incertezze e transizioni. All’inizio c’erano le interviste, i panel, i focus group, le prime intuizioni su una società che stava cambiando pelle. Cinque anni dopo, il progetto può contare su oltre 10.000 interviste CAWI e su un archivio di conoscenze che attraversa consumi, lavoro, turismo, salute. Una banca dati che è diventata, negli anni, un osservatorio privilegiato sulle trasformazioni collettive.

Dalle case riscopertesi come hub identitari e professionali alla crescente domanda di prodotti e servizi sostenibili, dalla centralità della salute alla richiesta di turismo autentico e sicuro: il disegno che emerge è quello di una società che pretende più responsabilità da chi governa, produce e innova.

Il premio di Intesa Sanpaolo

Il 14 aprile 2025,  questa traiettoria ha trovato un riconoscimento importante. Banca Intesa Sanpaolo ha premiato Business Intelligence Group nell’ambito del programma “Crescibusiness 2025: Progettiamo sostenibile”, pensato per valorizzare piccole e medie imprese che hanno fatto dei principi ESG – ambientali, sociali e di governance – la propria bussola.

A pesare sulla decisione della giuria è stato proprio l’Osservatorio Ri-Generazione, capace di unire rigore metodologico e responsabilità etica. “Rigenerare significa assumersi la responsabilità di decidere oggi ciò che plasmerà il domani”, ha commentato Gianni Bientinesi, CEO di BIG, ricevendo il riconoscimento. Non una frase di circostanza, ma una dichiarazione di intenti che racchiude lo spirito del progetto.

L’appuntamento di Pisa mercoledì 12 novembre 2025

Dopo l’anteprima a Roma presso la Camera dei Deputati, il percorso 2025 dell’Osservatorio approda a Pisa. Sarà la Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna a ospitare, il 12 novembre 2025, la presentazione ufficiale dei nuovi risultati. Non una sede qualsiasi, ma uno dei luoghi simbolo dell’eccellenza accademica italiana, nel cuore di una città che vive di ricerca e innovazione.

La scelta di Pisa ha anche un valore simbolico: proprio qui Business Intelligence Group inaugurerà la sua nuova sede di ricerca, segno della volontà di radicarsi in un territorio dove università, istituzioni e imprese dialogano ogni giorno.

Un ecosistema di voci e competenze

In questi anni, l’Osservatorio ha portato sul palco manager e accademici di primo piano: da Elena Ceccolini di Amazon a Valentina Frigerio di MediaWorld, da Luca Pereno di Leroy Merlin a Marco Brachini di Sara Assicurazioni, da Gaia Mazzon di Alstom a Massimiliano Bianchi di Cromology. E ancora Mario Manzo della Fondazione Piemonte Innova, Giuliano Maffei della Fondazione Stella Maris, Massimiliano Dona dell’Unione Nazionale Consumatori, fino al contributo giornalistico di Filippo Poletti, capace di intrecciare i temi del lavoro con quelli dell’innovazione sociale.

Ognuno di loro ha portato una prospettiva, un tassello, un’esperienza. Insieme hanno composto un mosaico che dà voce non solo al cambiamento, ma anche alla responsabilità di chi ha il potere di orientarlo.

 

Dal dato alla responsabilità

La vera forza dell’Osservatorio non è nei numeri che raccoglie, ma nel coraggio che chiede a chi li legge. Ogni evidenza, ogni tendenza, ogni insight diventa una chiamata all’azione: per le imprese che vogliono ripensare i modelli di business, per le istituzioni che devono progettare politiche più inclusive, per le comunità che cercano strumenti di resilienza.

Cinque anni dopo la sua nascita, l’Osservatorio Ri-Generazione è ormai un punto di riferimento autorevole. Non solo per la qualità dei dati, ma per la capacità di incidere sul tessuto sociale ed economico. La sfida che si apre a Pisa non è dunque solo scientifica: è politica, imprenditoriale e culturale. Ed è rivolta a tutti coloro che hanno la responsabilità di guidare il cambiamento.