Nel corso del 2025, il mercato italiano della formazione digitale sta evidenziando una fase di crescita senza precedenti, consolidandosi come uno dei comparti più dinamici dell’economia della conoscenza.

Secondo i più recenti studi dell’Osservatorio EdTech del Politecnico di Milano, e così come confermato anche da chi lavora tutti i giorni nel settore della formazione come PuntoNet Formazione, la digitalizzazione dei processi formativi e l’adozione diffusa di tecnologie emergenti stanno ridefinendo in modo strutturale il modo in cui individui e imprese accedono all’apprendimento.

Un mercato maturo e ad alto rendimento

Nel 2024, il valore complessivo del mercato dell’e-learning in Italia ha superato i 3 miliardi di euro, segnando un incremento del 18% rispetto all’anno precedente. Tale espansione è trainata dall’adozione massiva di piattaforme digitali da parte di aziende e istituzioni, che riconoscono nella formazione online una leva strategica per la competitività e la riduzione dei costi.

Oltre il 55% delle imprese italiane ha ormai sostituito la formazione in aula con quella digitale, e le piattaforme di e-learning mostrano margini di redditività superiori al 40%, grazie alla scalabilità e all’automazione dei processi formativi.

Innovazione tecnologica e nuovi paradigmi formativi

Il 2025 ha rappresentato un punto di svolta anche sul piano tecnologico. L’intelligenza artificiale è oggi al centro della progettazione didattica, consentendo percorsi personalizzati, apprendimento adattivo e analisi predittiva dei risultati.

Parallelamente, l’integrazione di XR (Extended Reality) e VR (Virtual Reality) nei corsi specialistici sta ampliando l’esperienza immersiva e la retention degli studenti, soprattutto nei settori tecnico-professionali.

I contenuti a maggiore domanda riguardano le competenze digitali, il marketing, la cybersecurity, le green skills e la gestione dei social media, riflettendo la trasformazione digitale in atto nel tessuto produttivo nazionale.

Opportunità e criticità del contesto italiano

Nonostante i tassi di crescita, la partecipazione alla formazione continua in Italia resta inferiore alla media europea: solo il 39,3% degli adulti è coinvolto in percorsi di apprendimento permanente, rispetto all’obiettivo UE del 47% entro fine 2025. Questo divario rappresenta al contempo una sfida e una grande opportunità per nuovi operatori e investitori.

La penetrazione dei corsi online nelle PMI e nelle pubbliche amministrazioni è ancora parziale, ma il potenziale di espansione è elevato, soprattutto per chi saprà coniugare qualità dei contenuti, innovazione metodologica e analisi dei dati.

Prospettive per gli investitori

Il mercato globale dell’e-learning aziendale è destinato a superare i 554 miliardi di dollari entro il 2031, con una crescita annua media dell’8,4% in Italia. Gli investitori possono individuare vantaggi competitivi nella creazione di piattaforme verticali, nello sviluppo di contenuti proprietari e nell’integrazione di moduli AI-driven per la formazione corporate e universitaria.

In sintesi, il 2025 ha segnato per l’Italia la transizione verso una formazione digitale matura, profittevole e tecnologicamente avanzata, in cui la sinergia tra innovazione e capitale umano rappresenta il vero motore di valore per il futuro del settore.

Prospettive per il 2026

Le previsioni per il 2026 confermano la prosecuzione di una fase espansiva e strutturale del mercato italiano dell’e-learning, sostenuta dalla transizione digitale e dalla crescente centralità dell’upskilling e del lifelong learning.

Secondo analisi congiunte di Research Nester e del Business Intelligence Group, il settore manterrà un tasso annuo composto di crescita (CAGR) compreso tra l’8,3% e l’11% nel periodo 2023-2027, con un valore stimato di oltre 1,6 miliardi di euro entro il 2026.

La formazione ibrida (blended learning) si consoliderà come modello dominante, integrando esperienze sincrone in aula virtuale (+11% previsto entro il 2026) con momenti di apprendimento personalizzato e on-demand. In parallelo, i MOOC globali raggiungeranno una dimensione di mercato prossima ai 31 miliardi di dollari, riflettendo un’espansione media annua del 24,8% nel decennio successivo.

L’adozione diffusa di intelligenza artificiale, cloud computing e realtà aumentata continuerà a potenziare la capacità delle piattaforme di analizzare dati formativi, ottimizzare i percorsi didattici e incrementare l’engagement degli utenti. Le discipline a maggiore crescita resteranno le STEM, il digital marketing, la cybersecurity e le competenze green, ambiti strategici per la competitività delle imprese.

Si stima che oltre 15 milioni di italiani parteciperanno ad almeno un corso online entro il 2027, mentre l’iniziativa governativa “Italia Digitale 2026”, sostenuta dai fondi PNRR, favorirà l’accesso alle infrastrutture tecnologiche e alla formazione sulle competenze digitali.

Nonostante un persistere del divario con i Paesi del Nord Europa, la traiettoria è chiaramente ascendente: collaborazioni tra università, piattaforme private e imprese stanno rafforzando l’ecosistema formativo nazionale, creando un contesto fertile per investitori e operatori capaci di innovare linguaggi, contenuti e tecnologie.