Questa settimana Christian De Leonardis, Direttore Corporate Partnership di Plastic Free Onlus e tra i primissimi referenti dell’associazione, ci racconta il suo impegno nel far crescere Plastic Free a livello nazionale con azioni, idee e visione. Fondatore del movimento in Abruzzo, ha promosso con costanza i valori del rispetto ambientale e del senso civico. Nel suo ruolo, costruisce sinergie con le aziende, aiutandole a trasformare i propri obiettivi di sostenibilità in azioni tangibili, misurabili e ad alto impatto, rendendo il mondo economico protagonista di un cambiamento reale, ambientale e sociale.

La vostra mission è chiara: liberare il mondo dalla plastica. Qual è stata la scintilla che ha dato vita a Plastic Free Onlus?

La scintilla è nata dalla visione del nostro Presidente, Luca De Gaetano, che ha intuito con grande anticipo quanto il problema della plastica fosse sottovalutato e pericoloso. La sua determinazione ha acceso un movimento che, da un semplice gesto di denuncia sui social, si è trasformato in una vera e propria chiamata all’azione collettiva.
Oggi siamo una delle realtà più attive in Italia su questo fronte, ma quella visione originaria è rimasta intatta: un desiderio autentico di cambiare le cose, partendo dal basso, con gesti reali e il coinvolgimento di cittadini, aziende e istituzioni.

Oltre alle attività di raccolta, quali altri progetti avete attivi per promuovere una cultura plastic-free, ad esempio nelle scuole, nelle aziende o nelle istituzioni pubbliche?

Plastic Free è molto più di un’organizzazione di pulizia ambientale: siamo un punto di riferimento per la sostenibilità concreta. Con le aziende creiamo sinergie autentiche, diventando un vero e proprio partner di sostenibilità. Le aiutiamo a trasformare i loro obiettivi ESG e SDGs in azioni misurabili e ad alto impatto, coinvolgendo dipendenti, dirigenti e stakeholder in esperienze significative.
Nelle scuole portiamo percorsi educativi per formare cittadini consapevoli. Con le istituzioni attiviamo protocolli per trasformare i territori in esempi virtuosi. Ogni progetto ha una radice comune: la volontà di agire, non solo di comunicare.

Come attivate la partecipazione e fate crescere il senso di responsabilità ambientale?

Coinvolgiamo le persone con un approccio emotivo e pratico insieme. Offriamo esperienze che toccano il cuore, come le pulizie ambientali, ma anche strumenti di comunicazione potenti per raccontare ciò che accade. Usiamo la forza del gruppo, dell’esempio, del fare insieme. È così che un semplice gesto si trasforma in senso di appartenenza e in una responsabilità condivisa verso il bene comune.

Esiste un mondo senza plastica intervista plastic free onlus

Quali sono stati i risultati raggiunti fino ad ora, e in quali territori avete avuto il maggior impatto?

Dal 2019 ad oggi abbiamo raccolto oltre 4 milioni e mezzo di chilogrammi di plastica e rifiuti dall’ambiente. Un risultato possibile solo grazie all’impegno continuo di migliaia di volontari attivi in tutta Italia.

Plastic Free è presente ovunque, con una rete di referenti che cresce ogni giorno: sia nelle regioni dove la nostra struttura è numericamente più solida come Veneto, Sicilia, Lombardia, Lazio e Campania, sia nei territori dove magari abbiamo meno numeri ma un forte fermento di idee, progetti e collaborazioni.
Crediamo profondamente che ogni luogo abbia un potenziale unico, e lavoriamo per valorizzarlo. Il nostro obiettivo non è presidiare, ma attivare coscienze, coinvolgere comunità e generare cambiamento reale, dal nord al sud del Paese.

In che modo le vostre iniziative generano valore non solo ambientale, ma anche sociale ed economico per i territori coinvolti?

Le nostre attività non si limitano a rimuovere plastica: innescano cambiamenti sociali profondi. Creano legami, muovono comunità, generano partecipazione attiva.
Un parco ripulito diventa uno spazio più fruibile per tutti; un’azienda che investe in sostenibilità rafforza il proprio brand e il legame con il territorio.
Ma soprattutto, le nostre iniziative hanno alla base un potente motore di inclusione sociale: coinvolgono volontari di ogni età, scuole, migranti, persone fragili, creando occasioni di dialogo e riscatto. Il fine ambientale è il punto di partenza, ma la vera forza sta nell’impatto sociale che ne deriva.

Come sta cambiando la consapevolezza delle imprese?

C’è un cambiamento in atto. Le imprese stanno comprendendo che la sostenibilità non è più un’opzione, ma un’opportunità e un dovere.
I settori più ricettivi sono l’alimentare, la moda, la logistica, la grande distribuzione e l’automotive, ma anche tante PMI si stanno muovendo con entusiasmo.
Collaborare con Plastic Free consente loro non solo di rispondere agli obiettivi ESG, ma anche di avanzare verso gli SDGs rilevanti per il proprio settore, con un impatto concreto e valorizzabile.

Se doveste definire il vostro impatto non in numeri, ma in parole, quali usereste?

Empatia. Risveglio. Comunità. Coerenza. E soprattutto: speranza.
Siamo la dimostrazione che il cambiamento è possibile e che ognuno può fare la differenza.
E se oggi siamo ciò che siamo, lo dobbiamo alla straordinaria forza dei nostri volontari, donne e uomini che ogni giorno, con entusiasmo e dedizione, mettono tempo ed energia a servizio dell’ambiente. Il loro impegno è encomiabile e rappresenta il cuore pulsante della nostra missione.

Cosa pensate spinga le persone ad adottare comportamenti più sostenibili oggi rispetto a qualche anno fa? Quali fattori hanno maggiormente influenzato questo cambiamento?

Credo che la crisi climatica e le immagini forti abbiano aperto gli occhi a molti. Ma più di tutto, sono stati i figli a cambiare i genitori.
La nuova generazione pretende coerenza e azione. E poi c’è l’effetto esempio: vedere qualcuno fare scelte sostenibili spinge anche gli altri a farlo. La sostenibilità è un valore sempre più condiviso.

Qual è il primo gesto che ognuno di noi può fare oggi per ridurre la plastica nella propria vita e nel mondo?

Iniziare da un piccolo gesto quotidiano: dire no alla plastica monouso.

Sostituire la bottiglietta con una borraccia, usare sacchetti in tessuto, scegliere prodotti sfusi non sono solo alternative sostenibili, ma atti educativi. Parlano di noi, del nostro rispetto per l’ambiente e della responsabilità che vogliamo esercitare.

Il cambiamento non arriva da scelte eroiche, ma da abitudini coerenti e replicate nel tempo. È lì che si forma la cultura, l’esempio, l’ispirazione per chi ci sta accanto.
In fondo, essere parte della soluzione significa iniziare a vivere le proprie scelte come un messaggio, ogni giorno. E quando un gesto si somma a mille, diventa un movimento.