Scopri la visione di InnovUp attraverso le parole di Giorgio Ciron, direttore generale dell’associazione che promuove l’ecosistema dell’innovazione in Italia. In questa intervista, Ciron esplora le sfide e le opportunità per le startup italiane, l’importanza della collaborazione tra università e imprese, e le iniziative concrete per trasformare l’Italia in una vera startup nation.
L’intervista a Giorgio Ciron per Business Intelligence Group
Potrebbe presentarsi e parlare del proprio background professionale?
Ho 33 anni e sono laureato in Economia nelle organizzazioni pubbliche internazionali. Da settembre 2020 ricopro il ruolo di direttore generale di InnovUp, Associazione che in Italia rappresenta l’ecosistema dell’innovazione. Nata nel 2012 con il nome di Italia Startup, nel settembre 2020 si è fusa con APSTI, l’Associazione dei Parchi Scientifici e Tecnologici, portando alla nascita di InnovUp.
Qual è la Vision e la Mission dietro Innovup?
InnovUp ha l’obiettivo di rendere l’Italia una startup nation, quindi di rendere il nostro Paese una nazione a misura di startup. Cerchiamo di farlo promuovendo la filiera dell’imprenditorialità innovativa italiana e creando un contesto che sia favorevole allo sviluppo degli attori della filiera dell’innovazione, tra cui startup, scaleup, pmi innovative, centri di innovazione, parchi scientifici e tecnologici, incubatori, acceleratori, startup studio, portali di crowdfunding, abilitatori, studi professionali, società di consulenza e corporate. Un ulteriore aspetto cruciale risiede nell’integrazione tra il settore tradizionale e quello innovativo del Paese, attraverso il fenomeno dell’Open Innovation. Questo processo favorisce la sinergia tra le startup innovative e le realtà consolidate, garantendo che entrambe possano mantenere la loro competitività nel mercato internazionale.
Attraverso quali azioni concrete InnovUp si impegna a favorire e sostiene le imprese innovative?
Il nostro impegno verso le imprese innovative segue 3 filoni principali di attività:
- La parte di Advocacy è per noi fondamentale e rappresenta la nostra attività principale. Essa si concretizza nello sviluppo di position paper e nell’interlocuzione con il parlamento e i ministeri per promuovere una normativa il più possibile favorevole allo sviluppo delle imprese innovative, realizzati con il contributo di tutte le imprese innovative associate, che InnovUp riunisce periodicamente in tavoli di lavoro suddivisi per categoria
- Sotto questo aspetto, favoriamo e offriamo opportunità di contatto e visibilità tra i nostri associati e altri attori dell’ecosistema, favorendo la conoscenza reciproca tramite i nostri canali di comunicazione e chat associative, ma anche organizzando eventi di approfondimento su specifici verticali o con l’obiettivo di ampliare il network e le attività svolte dall’Associazione. Knowledge. InnovUp è costantemente impegnata in attività di ricerca e studio che favoriscono lo sviluppo dell’innovazione in Italia. In particolare, supporta diversi Osservatori e Report che fotografano lo stato dell’ecosistema dell’innovazione italiano, tra cui l’Osservatorio Open Innovation e Corporate Venture Capital, promosso insieme ad Assolombarda e con la partnership scientifica di Infocamere e degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano; oltre che l’Osservatorio StartUp Hi-tech promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano; e l’Osservatorio Open Innovation Lookout, del Politecnico di Milano. Inoltre, supportiamo i report del Social Innovation Monitor del Politecnico di Torino: “Report sull’impatto degli incubatori e acceleratori italiani” e il “Report sulle startup a significativo impatto sociale”. L’Associazione ha inoltre fondato la Founders Academy, il primo corso di formazione online dedicato a imprenditori e innovatori.
In che modo promuovete la connessione tra le aziende e le attività di networking tra queste?
Dando visibilità alle iniziative dei nostri soci verso le altre aziende: molto spesso incubatori, acceleratori e parchi scientifici aprono call e bandi per coinvolgere le startup, in diversi progetti, che noi come Associazione aiutiamo a promuovere e diffondere. . Creiamo inoltre connessioni tra le corporate interessate a programmi di Open Innovation con e le startup associate, sviluppando un ponte tra le aziende e le piccole startup portatrici di innovazione.
Può fare degli esempi di eventi da voi organizzati in merito?
I nostri eventi sono prevalentemente occasioni di approfondimento. Organizziamo incontri su una vasta gamma di temi, che spaziano dalle questioni tecniche a quelle specifiche di vari settori. Questo ampio spettro di eventi e iniziative ci consente di focalizzare l’attenzione sul tema dell’innovazione da diverse prospettive. Nel 2024 siamo partiti ad esempio con l’Italian Innovation Roadshow, una serie di eventi volti a diffondere la cultura dell’Open Innovation nei territori italiani, mettendo in connessione aziende locali e startup innovative. Organizziamo periodicamente webinar di approfondimento che spaziano dall’internazionalizzazione, alla tutela di marchi e brevetti, gestione dei team, ecc. e siamo partner dei principali eventi fieristici italiani e internazionali dedicati ai temi dell’innovazione, con i quali collaboriamo organizzando panel e tavole rotonde.
Avete anche un corso di formazione. Ce ne parli.
Il nostro corso di formazione la “Founders Academy di InnovUp”, consiste in un corso totalmente online dedicato a imprenditori e innovatori, e tenuto da professionisti ed esperti del mondo dell’innovazione italiana, che nelle 14 lezioni del corso approfondiscono i principali temi utili a fare startup in Italia: dall’idea imprenditoriale, agli aspetti legali, fino alla ricerca di finanziatori ecc. Ogni lezione, inoltre, si conclude con la testimonianza di una startup di successo, che racconta la sua esperienza diretta sull’argomento della specifica sessione formativa. 4
In che modo la collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese può accelerare il processo di innovazione?
In Italia, e spesso all’estero, l’innovazione nasce dalle università, in particolare dai nostri ricercatori. L’Italia eccelle nella ricerca di base e nella brevettazione, ma la vera sfida risiede nella capacità di trasformare queste innovazioni in attività imprenditoriali concrete. La normativa introdotta lo scorso anno, che ha conferito la titolarità dei brevetti ai ricercatori, rappresenta un significativo passo avanti. Questo provvedimento ha riportato i brevetti sotto il controllo delle università e dei centri di ricerca, i quali stanno riconoscendo sempre di più l’importanza del trasferimento tecnologico e investendo in questo ambito. Quest’ultimo è cruciale affinché l’Italia sviluppi un ecosistema dell’innovazione florido e consolidato. Una dinamica che, se letta assieme allo spostamento dei finanziamenti verso startup che nascono dalla ricerca scientifica, in settori strategici del nostro Paese, ci fa ben sperare per lo sviluppo futuro del comparto.
Quali sono le principali sfide che le imprese italiane affrontano nel campo dell’innovazione?
Le sfide sono numerose, fra le quali sicuramente spicca il trasferimento tecnologico. Un’altra questione cruciale è quella dell’Open Innovation, in quanto troppe poche aziende italiane vi investono adeguatamente. Inoltre, molti giovani talenti preferiscono emigrare per lavorare all’estero, quando sarebbe auspicabile riuscire a trattenerli nel nostro Paese. Infine, una ulteriore sfida di grande rilevanza è l’attrazione di capitali. Attualmente, gli investimenti in startup in Italia sono ancora esigui: un decimo di quanto si investe in Francia e un settimo rispetto alla Germania. Per colmare questo divario, è indispensabile che gli investitori istituzionali aumentino il loro impegno, destinando una quota maggiore di capitali verso le aziende emergenti, affinché il capitale diventi una solida base per investire nelle imprese e nei posti di lavoro del futuro.