Gli esseri umani imparano commettendo errori. Se il bambino venisse punito tutte le volte che cade, gattonerebbe tutta la vita. L’intelligenza si allena facendo errori.

Il sistema scolastico non insegna ad imparare dagli errori.

Sembrerà paradossale ma se ci pensiamo bene il sistema scolastico non è stato concepito per far imparare. Seppur provocatoria, in questa affermazione c’è qualcosa di vero. In effetti, se pensiamo alla nostra esperienza scolastica, ma soprattutto ai sistemi di valutazione, ci rendiamo subito conto qual è il ruolo degli errori nella nostra carriera scolastica. Gli errori, che dovrebbero essere in qualche modo legittimi in quanto fatti nel periodo di formazione ed apprendimento, si riducono a dire all’insegnante cosa l’allievo non sa. Gli studenti vengono puniti per aver commesso errori. Gli insegnanti, normalmente, non investono troppo tempo nell’approfittare degli errori fatti dagli alunni per farli imparare. Molti ragazzi escono dalla scuola privi di autostima e condizionati dalla paura di fare errori.

non ammettere gli errori

Gli errori sono dei peccati solo quando non si ammettono.

Nelle mie ultime letture mi sono imbattuto in un testo che parlava della vita di Thomas Edison, inventore e fondatore del colosso General Electric. Il “povero” Thomas era considerato dai suoi maestri “troppo stupido per imparare”. Thomas decise quindi di lasciare la scuola all’età di dieci anni e venne educato a casa da sua madre. Thomas creò il primo prototipo di laboratorio moderno dove le persone erano finalmente libere di fallire finché non arrivavano al successo. Se pensiamo a tutte le invenzioni che uscirono da quel laboratorio credo che nessuno abbia il dubbio che Thomas fosse un vero genio: il telefono, il fonografo, la lampadina elettrica, la pila alcalina ed altre invenzioni che hanno cambiato il mondo. Direi niente male per uno studente considerato stupido dai sui insegnanti.

Nell’apprendimento la cosa più importante è fare esperienza. Saper apprendere dagli errori è fondamentale per il progresso.

Ci sono professioni in cui l’esperienza è l’unico modo per imparare. Questo significa che non si più avere una vera formazione solo studiando. Vi sfido con alcuni esempi concreti e poi ditemi se non è vero.

Chi salirebbe su un aereo sapendo che il pilota ha solo letto e studiato il manuale di funzionamento di un aeroplano senza aver fatto nessuna esperienza di volo?

Chi si farebbe operare da un medico sapendo che questa persona ha solo letto sui libri il funzionamento del corpo umano?

Nella formazione accademica le intelligenze predominanti sono:

  • Intelligenza mentale – quella che ti aiuta a memorizzare
  • Intelligenza emotiva – quella che ti consente di aver paura di commettere errori

Nel mondo reale invece, l’intelligenza dominante è l’intelligenza fisica, l’intelligenza del fare, quella che si apprende con l’esperienza.

È stato dimostrato che a distanza di due settimane tendiamo a ricordare solo il 10% di quello che leggiamo ed il 90% di ciò che diciamo e facciamo

Riprendendo lo studio pubblicato dal pedagogista Edgar Dale possiamo dire che a distanza di due settimane siamo in grado di ricordare:

  • il 10% di quello che leggiamo
  • il 20% di quello che ascoltiamo
  • il 50% di quello che ascoltiamo e vediamo
  • il 70% di quello che diciamo
  • il 90% di quello che diciamo e facciamo

Questo significa che al vertice del processo di apprendimento vi è la simulazione dell’esperienza e poi lo svolgimento del compito reale. Una delle parole più importanti di una vera istruzione è “esercizio”. Il tirocinio diventa quindi l’ambito professionale in cui si possono commettere errori. Più importante è il compito da svolgere e più risulta doveroso esercitarsi anche perché nel momento in cui si inizia a fare qualcosa, le altre intelligenze si adeguano.

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