Negli ultimi anni i social media hanno smesso di essere solo semplici strumenti di comunicazione per diventare ecosistemi digitali, in grado di generare valore, cultura, informazione e connessioni autentiche. Tuttavia, insieme alle opportunità che possono offrire, è emerso l’impatto che i social hanno sulla salute mentale, soprattutto nei più giovani.

Social media: connessioni, rischi e opportunità nell’era dell’iperconnessione

Siamo costantemente esposti a contenuti che impattano sulla nostra identità, percezione del tempo e realtà. La velocità con cui scorriamo informazioni e immagini ci impedisce spesso di fermarci e riflettere e in assenza di strumenti educativi adeguati, il rischio è che l’universo digitale diventi una fonte di disorientamento e confronto costante. In questo senso, le piattaforme hanno la responsabilità nel garantire sicurezza e trasparenza e le istituzioni quella di fornire ai cittadini gli strumenti per abitare consapevolmente questi spazi.

In occasione dell’evento “Sprint your Brain, benessere mentale e digitale”, curato da Sprint e da Unione Nazionale Consumatori e tenutosi il 7 maggio al Senato della Repubblica, Business Intelligence Group, appartenente al Comitato Scientifico di Sprint, vuole fornire spunti e riflessioni sul tema che lega social media e benessere.

Dal 2000 a oggi: l’evoluzione dei social e della nostra quotidianità

Come sono cambiati i social dagli anni 2000 ad oggi? E come hanno trasformato il nostro modo di vivere?

Nei primi anni 2000, con la nascita dei primi social network, è cambiato il mondo della comunicazione. L’avvento di Facebook, Instagram e Tik Tok, soprattutto nell’ultimo decennio, hanno apportato numerose evoluzioni tecnologiche e funzionalità, rendendo l’esperienza utente sempre più interattiva e immersiva. Oggi viviamo in un flusso costante di contenuti, generati in tempo reale e consumati senza interruzioni. Questa enorme trasformazione digitale nel campo dell’intrattenimento ha portato le persone ad essere continuamente interconnesse, trasformando il modo di relazionarci.

Secondo il report 2024 di We Are Social aumenta il tempo quotidiano speso sui social (quasi 1 minuto in più rispetto all’anno scorso) e anche il numero di persone che dichiarano di guardare contenuti video. A trainare questa crescita sono soprattutto contenuti appartenenti alla categoria “comedy, meme e video virali” (+3,7%).

I social media sono solo strumenti o ambienti nei quali vivere?

In Italia, circa 43 milioni di persone utilizzano attivamente i social media, pari a circa il 73% della popolazione. Tra le varie piattaforme, TikTok si conferma la piattaforma più coinvolgente, con oltre 32 ore mensili per utente.

Le principali ragioni che spingono gli utenti a connettersi ai social riguardano:

  • Informarsi su notizie o argomenti d’interesse
  • Trascorrere il tempo libero
  • Intrattenersi
  • Restare in contatto con familiari e amici

Queste motivazioni coinvolgono più del 40% degli utenti. L’intrattenimento, in particolare, è cresciuto (+1,4% rispetto all’anno precedente), trainato da contenuti virali, meme e video comici. Solo il 18,8% degli utenti condivide momenti della propria quotidianità e solo il 17,2% esprime opinioni personali. Sempre più persone scelgono un ruolo da spettatori, più che da partecipanti attivi. Un comportamento che, a lungo andare, può influenzare il senso di identità, appartenenza e partecipazione.

Secondo il Rapporto annuale Istat 2024, negli ultimi vent’anni l’uso di tecnologie digitali ha ridotto in modo significativo l’abitudine ad andare al cinema. La ragione? L’ascesa delle piattaforme di streaming e dei dispositivi digitali. Tra i giovani, l’uso di Internet per film e contenuti video è salito dal 47% nel 2015 al 70% nel 2022. Anche la televisione è sempre di più sostituita dalle piattaforme online. Questo scenario mostra come l’intrattenimento si sia spostato da luoghi fisici a spazi digitali, trasformando le abitudini delle persone.

Il ruolo dei social media sul benessere e la salute

Siamo costantemente esposti a un flusso di informazioni e contenuti che influenzano il nostro equilibrio mentale, soprattutto tra i più giovani, e spesso senza disporre degli strumenti necessari per selezionarli, comprenderli e gestirli in modo consapevole.

Secondo un’indagine dell’American Psychological Association (APA), un utilizzo frequente e prolungato dei social media può aumentare il rischio di disagio psicologico. Tra le conseguenze osservate vi sono sintomi di ansia e depressione.

Lo studio pubblicato nel 2023 dall’APA evidenzia gli effetti dei social media sullo sviluppo sociale, educativo, psicologico e neurologico degli adolescenti. Sebbene l’uso dei social media non sia intrinsecamente né benefico né dannoso, gli effetti dipendono dalle caratteristiche personali degli adolescenti, dalle circostanze sociali e dai contenuti che consumano. La ricerca suggerisce che i rischi siano maggiori nella prima adolescenza, quando i giovani affrontano importanti cambiamenti emotivi, sociali e psicologici.

I social media come strumento di educazione e valore per la società

Nonostante le criticità, i social possono rappresentare una risorsa preziosa per l’educazione e il benessere psicologico, offrendo spazi di espressione, confronto e appartenenza. Sempre più spesso diventano ambienti di formazione, dove si condividono contenuti educativi, approfondimenti e strumenti per la crescita personale attraverso corsi gratuiti e webinar. Seppur esistano rischi legati all’uso eccessivo dei social, possono rappresentare un valore quando si tratta di promuovere la conoscenza e l’apprendimento.

Policy e tutela: come regolamentare i Social Media

In Italia, le istituzioni stanno attuando misure concrete per proteggere gli utenti e, in particolare, i minori. Il Ministero della Salute ha avviato numerose campagne informative per sensibilizzare la popolazione sui rischi psicologici legati all’uso eccessivo delle piattaforme digitali. L’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha introdotto linee guida specifiche per la protezione dei minori, in particolare riguardo l’accesso a contenuti non adatti. Infine, Meta Italia ha introdotto strumenti di controllo parentale, notifiche per l’uso eccessivo e limiti ai contenuti accessibili ai minori. Queste iniziative rappresentano un primo passo verso una maggiore responsabilità delle piattaforme.

L’educazione digitale è una responsabilità che le istituzioni devono garantire. È urgente educare non solo all’uso degli strumenti, ma anche a nuovi diritti digitali, come il diritto alla disconnessione, al tempo non tracciato e alla verità. Così come è essenziale lavorare sulla trasparenza delle piattaforme e sull’illusione che ciò che le persone vedono online sia sempre reale, poiché non tutta la comunicazione che leggiamo è reale e veritiera. È necessario tornare ad essere cittadini consapevoli, attraverso una visione educativa, etica e istituzionale sull’uso dei social media e delle tecnologie innovative.

Conclusione

I social media rappresentano uno strumento di valore per la formazione dei giovani, l’istruzione e la condivisione di contenuti positivi. Offrono accesso a risorse educative, opportunità di crescita e favoriscono la diffusione di idee. Affinché siano davvero benefici, è fondamentale che tutti (piattaforme, creator, policy maker e utenti) siano a conoscenza dell’influenza che esercitano. Impegnarsi per un ambiente digitale più umano significa scegliere di abitare questi spazi con responsabilità e cura per le persone.