Il lavoro a turni è una modalità di organizzazione del lavoro sempre più diffusa, utilizzata da numerose aziende per garantire la continuità nella produzione e nell’erogazione di servizi. Ma come funziona questo schema lavoro?

Schema lavoro: come funziona il lavoro a turni

Il funzionamento del lavoro a turni è un elemento cruciale per comprendere la sua implementazione nelle organizzazioni. Questa modalità di organizzazione del lavoro è progettata per garantire la continuità nelle attività produttive e nei servizi erogati, ma la sua efficacia dipende da diversi fattori, tra cui la distribuzione dei turni, la durata dei turni e la presenza di turni notturni.

Sistemi di Turnazione

Nello schema lavoro i sistemi di turnazione possono variare in base alle esigenze specifiche dell’azienda e del settore. Le tipologie di lavoro a turni possono differenziarsi per distribuzione, giorni della settimana coperti dai turni e la presenza o assenza di turni notturni.

  • Distribuzione: i turni possono essere distribuiti in modi diversi, come 2 turni durante la giornata (mattina e pomeriggio), 3 turni che coprono mattina, pomeriggio e notte, o il modello 6×6 con 4 turni da 6 ore per 6 giorni alla settimana.
  • Giorni della settimana: a seconda delle esigenze aziendali, i turni possono riguardare 5, 6 o 7 giorni alla settimana. Ciò offre flessibilità alle imprese per adattarsi ai picchi di produzione o di domanda nei giorni specifici.
  • Presenza o assenza di turno notturno: la decisione di includere o escludere i turni notturni dipende dalle necessità dell’azienda e può influenzare le condizioni lavorative e la retribuzione dei dipendenti.

Durata del Turno

La durata media del turno lavorativo varia solitamente da 6 a 8 ore, ma può estendersi fino a 12 ore o ridursi a 4 ore, a seconda delle esigenze aziendali. Le fasce orarie più comuni per la distribuzione dei turni durante la giornata sono dalle 6 alle 14, dalle 14 alle 22 e dalle 22 alle 6 del mattino.

Specifiche Necessità Aziendali

In base alle esigenze specifiche dell’azienda, è possibile scegliere in quali giorni della settimana rimanere operativi. Questa flessibilità consente alle imprese di adattarsi alle richieste del mercato, garantendo al contempo il rispetto della normativa vigente.

Schema lavoro

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Schema lavoro: le diverse tipologie di organizzazione dei turni

Esistono varie modalità di organizzazione del lavoro a turni, ciascuna progettata per adattarsi alle specifiche esigenze aziendali e settoriali. La scelta della tipologia di turni può influenzare significativamente la produttività, la soddisfazione dei dipendenti e la gestione complessiva delle risorse.

Lavoro a turni non a rotazione

In questa modalità, i lavoratori sono assegnati in successione negli stessi posti di lavoro, seguendo un ritmo prestabilito. Questo approccio è adatto a situazioni in cui la specializzazione o la specificità delle mansioni richiede una continuità nell’assegnazione delle responsabilità.

Lavoro a turni a squadre

Qui, i lavoratori si alternano alla stessa postazione di lavoro nel corso della giornata. Questo modello favorisce una maggiore flessibilità, consentendo ai dipendenti di coprire diversi turni in base alle necessità operative.

Lavoro a turni a rotazione

Nelle organizzazioni con lavoro a turni a rotazione, i dipendenti svolgono mansioni diverse secondo un ritmo prestabilito. La rotazione può essere continua, con impianti operativi 24/7, o discontinua, quando gli impianti hanno funzionalità interrotta. Questo modello aiuta a distribuire equamente carichi di lavoro e offre ai dipendenti esperienza in diverse aree.

Turno unico

In questo caso, i lavoratori svolgono la stessa mansione per 6 giorni lavorativi con orari determinati e non superiori all’orario massimo previsto. Si alternano quindi più lavoratori, o squadre, con 1 giorno di riposo. Questo approccio è efficace in situazioni in cui la specializzazione è essenziale, ma si desidera comunque garantire un adeguato riposo ai dipendenti.

Turni avvicendati

Si prevedono turni articolati su due turni diversi ogni settimana o tre turni ogni tre settimane. I lavoratori hanno un giorno di riposo settimanale, di solito la domenica, e uno a scorrimento, individuato in base al ciclo dei turni. Questa organizzazione può coinvolgere anche il lavoro notturno.

Turni a ciclo continuo

In questa tipologia, il lavoro viene svolto tutti i giorni, compresi domenica e festività, 24 ore su 24. Il numero di lavoratori assegnati si basa sul rapporto tra il numero di ore della settimana e l’orario massimo settimanale previsto dal contratto. Questo modello è tipico per attività che richiedono una produzione continua o servizi erogati senza interruzioni.

Schema lavoro

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La normativa sul lavoro a turni

Il lavoro a turni è soggetto ad una rigorosa regolamentazione al fine di garantire il benessere dei lavoratori, la sicurezza sul luogo di lavoro e la gestione equa delle risorse. La normativa italiana che disciplina il lavoro a turni è principalmente contenuta nel Decreto Legislativo 8 aprile 2003, n. 66, il quale fornisce dettagliate disposizioni sulle condizioni di impiego e gli aspetti organizzativi di questa modalità di lavoro.

Il Decreto Legislativo 8 aprile 2003, n. 66

Questo decreto rappresenta il principale riferimento normativo per il lavoro a turni in Italia. Esso definisce il lavoro a turni come qualsiasi metodo di organizzazione del lavoro che coinvolge la successiva occupazione dei lavoratori negli stessi posti di lavoro, seguendo un determinato ritmo, che può essere continuo o discontinuo. Inoltre, stabilisce la durata minima del turno notturno (almeno 7 ore consecutive con intervallo tra mezzanotte e le 5 del mattino) e regola il riposo giornaliero e settimanale.

Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL)

Oltre al decreto legislativo, la normativa sul lavoro a turni è integrata dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro specifici per ogni settore produttivo ed economico. Questi accordi, stipulati tra le organizzazioni sindacali dei lavoratori e le associazioni dei datori di lavoro, dettagliano ulteriormente le regole relative all’organizzazione dei turni, ai livelli retributivi, ai periodi di riposo, e ad altri aspetti specifici del settore.

Direttiva 93/104/CE

A livello europeo, la Direttiva 93/104/CE della Comunità Europea stabilisce prescrizioni minime di sicurezza e salute in materia di organizzazione dell’orario di lavoro, includendo disposizioni specifiche per il lavoro a turni. Gli Stati Membri sono tenuti ad assicurare che i lavoratori a turni, anche notturni, beneficino di adeguata protezione in materia di sicurezza e salute, paragonabile a quella garantita ad altri lavoratori.

Sentenza della Corte di Cassazione – Cass. 21 maggio 2008, n. 12962

La sentenza della Corte di Cassazione del 21 maggio 2008, n. 12962, sottolinea l’importanza della comunicazione tempestiva dei turni ai dipendenti. La Corte stabilisce che il datore di lavoro dovrebbe informare i dipendenti con un congruo anticipo sui turni di lavoro definiti, consentendo loro di organizzare il proprio tempo libero. Ciò evidenzia l’attenzione posta sulla tutela dei diritti dei lavoratori anche in termini di preavviso per eventuali modifiche ai turni.

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