Si può dare una seconda vita alla plastica?

Questa settimana Alessandro Trentini, titolare e direttore tecnico di Idea Plast, ci racconta come la plastica possa avere una seconda vita. Attraverso un modello di ri-ciclo virtuoso, l’azienda dà nuova forma e vita ai materiali di scarto, unendo ricerca, tecnologia e innovazione. Idea Plast accompagna imprese e istituzioni verso scelte consapevoli, dimostrando come la sostenibilità possa essere non solo un obiettivo, ma un metodo.

Come nasce Idea Plast?

Idea Plast nasce nel 1988 da un’intuizione del titolare, Alessandro Trentini: la plastica è una risorsa da valorizzare e non un rifiuto da scartare. All’epoca era uno studio di progettazione, in cui per conto terzi si progettavano stampi volti alla produzione di plastica vergine. Qualche anno dopo, Trentini si domanda se tutta la plastica stampata possa avere una seconda vita. È così che nel 2000 lo studio tecnico Trentini si trasforma in una realtà più grande: specializzata nella progettazione e produzione di manufatti in plastica riciclata: arredi urbani, casse industriali e progetti su misura.

Cosa è per voi la sostenibilità e come si traduce concretamente nel vostro lavoro quotidiano?

Per Idea Plast, la sostenibilità è un valore fondamentale praticato in ogni fase del lavoro. Infatti, alla base di ogni decisione ci sono le 5R della sostenibilità: ricerca, riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero. Questi principi vengono utilizzati per rendere virtuoso il nostro materiale, che è la plastica riciclata derivata da materiali da post-consumo e post-industriale. Inoltre, la sostenibilità, si traduce in Idea Plast attraverso il continuo investimento nel reparto interno di Ricerca e Sviluppo, che studia il compound più adatto all’eco design innovativo e personalizzato cercando di rispondere alle esigenze di aziende e pubbliche amministrazioni.

Idea Plast riciclo plastica

Cosa significa dare una seconda vita alla plastica?

Dare una seconda vita alla plastica significa restituirle valore e dignità. In Idea Plast, infatti, non recuperiamo solo il materiale, ma cerchiamo di cambiare prospettiva: trasformiamo ciò che viene scartato in qualcosa di durevole, utile e responsabile. Questa visione è importante perché unisce consapevolezza ambientale e innovazione industriale. Per garantire tutto questo, ogni prodotto è costituito da plastica proveniente da filiere controllate e certificate “Plastica Seconda Vita” (PSV). Ma dare una seconda vita alla plastica, per noi, è anche un gesto culturale: rifiutiamo la logica dell’usa e getta per scegliere un’economia circolare e intelligente. Così, ogni prodotto ha una storia, una funzione e una possibilità.

Quali sono alcuni dei vostri progetti più significativi?

Nel corso degli anni, abbiamo portato avanti numerosi progetti, molti di questi sono ancora in fase di sviluppo e quindi non comunicabili. Ma tra quelli già realizzati, possiamo citarne tre. Il primo è la collaborazione con un importante gruppo della GDO italiana per la progettazione e produzione di casse industriali intelligenti in plastica riciclata, dotate di tecnologia RFID. Questo è un progetto che dimostra come sostenibilità ed efficienza logistica possano convivere all’interno dell’economia circolare.

Il secondo è la realizzazione di una staccionata in plastica riciclata lungo il Canale Villoresi, che valorizza il paesaggio unendo durabilità e rispetto per l’ambiente. Infine, il terzo è un progetto innovativo in ambito zootecnico: CowShoes. Si tratta di uno stivale in plastica riciclata e polverino da pneumatico fuori uso che previene e cura la zoppia bovina. Testato da podologi veterinari e allevatori, questo prodotto rappresenta l’unione tra sostenibilità, benessere animale e ricerca.

Quanto conta il capitale umano nel vostro percorso di innovazione sostenibile?

Per noi, il capitale umano è il motore di ogni nostro processo di innovazione sostenibile. Infatti, ogni progetto nasce dall’intelligenza collettiva, dalle competenze e dalla passione delle persone che fanno parte di Idea Plast. Pertanto, la sostenibilità non riguarda solo l’ambiente, ma anche il modo in cui si costruisce una comunità professionale attraverso la formazione continua, il clima aziendale e la responsabilizzazione all’innovazione ambientale. È per questo che Trentini, il nostro founder, è convinto che la vera trasformazione sostenibile non può prescindere dal capitale umano. Senza idee, confronto e motivazione, anche la migliore tecnologia rischia di rimanere solo potenziale inespresso.

Quanto è importante per voi restituire valore al territorio?

Noi collaboriamo con le scuole del territorio. Quello che facciamo è accogliere gli studenti in Idea Plast offrendo loro un’esperienza diretta e formativa. Durante gli incontri, i ragazzi vedono come nasce un prodotto in plastica riciclata, comprendono i processi produttivi e riflettono sull’importanza della sostenibilità ambientale. Questo perché siamo convinti che mostrare da vicino come si può dare una seconda vita ai materiali è il modo migliore per costruire consapevolezza e cultura del cambiamento nelle generazioni più giovani e, di riflesso, quelle più anziane. È in questo modo che il legame con il territorio e la comunità è parte integrante della nostra missione: innovare, ma a partire dalle persone e dai luoghi in cui è nata la nostra impresa.

Come integrate la ricerca e sviluppo nelle vostre attività?

La Ricerca e Sviluppo è un reparto fondamentale per Idea Plast, che opera quotidianamente nello studio e nell’ottimizzazione di nuove miscele e materiali riciclati. Questo è possibile anche grazie al reparto di Progettazione, che sviluppa soluzioni su misura per clienti pubblici e privati. Avere la ricerca interna, ci permette di pensare a un prodotto non solo dal punto di vista funzionale, ma anche da quello ambientale grazie a test sulla durabilità, sull’impatto e sulla riciclabilità. Tutto ciò, ci permette di essere flessibili, veloci e innovativi.

Quali sono le sfide principali che affrontate nel settore della plastica riciclata?

Abbiamo una sfida culturale, in quanto c’è ancora una forte diffidenza nei confronti della plastica riciclata, che spesso è considerata come una materiale di serie B e quindi poco affidabile. Per questo, cerchiamo costantemente di educare e comunicare il reale potenziale del materiale. A questo, si collega la sfida narrativa: raccontare il percorso della plastica riciclata, dal recupero al riuso intelligente, è importante per costruire fiducia e sensibilizzazione sulla sostenibilità. Poi, c’è la sfida normativa perché il settore ha regole in continuo cambiamento e spesso poco allineati con gli obiettivi reali dell’economia circolare. Infine, abbiamo, ancora, una sfida tecnica sulla gestione del materiale perché la plastica riciclata è molto eterogena e quindi richiede competenze avanzate per essere trattata, selezionata e trasformata.

Qual è il vostro obiettivo principale dei prossimi anni?

Il nostro obiettivo è consolidare il ruolo di Idea Plast come punto di riferimento nell’economia circolare attraverso innovazione continua e collaborazioni, che possano promuovere progetti che valorizzino la plastica riciclata e sensibilizzino l’opinione pubblica sull’importanza della sostenibilità.