Negli ultimi anni, fare impresa è diventato un esercizio di equilibrio: tra costi crescenti e margini che si assottigliano, tra filiere globali instabili e una domanda sempre più frammentata, tra vincoli normativi e aspettative ambientali. Eppure, proprio in questo scenario complesso, molte aziende italiane hanno riscoperto una parola che sembrava riservata alle grandi multinazionali: l’internazionalizzazione.
Oggi, “andare all’estero” non significa più semplicemente esportare. Significa ripensare il proprio modello di business, spingere sull’innovazione digitale, misurarsi con gli standard internazionali di sostenibilità, sviluppare reti di vendita e assistenza locali, imparare a leggere i mercati emergenti prima che lo facciano altri.
Proprio tra il rischio e la trasformazione si stanno muovendo sempre più PMI italiane, con uno sguardo nuovo e una domanda crescente: come finanziare questo salto?
L’export cresce, ma non per tutti
Secondo i dati più recenti del Rapporto Export 2024 dell’ICE – Agenzia per la promozione all’estero, l’export italiano ha superato nel 2024 i 652 miliardi di euro, con un incremento del +2,3% rispetto all’anno precedenti ICE. Ma questo dato, per quanto positivo, nasconde un forte squilibrio: oltre il 70% di questo valore è generato da meno del 15% delle imprese esportatrici. Le micro e piccole imprese, che costituiscono la stragrande maggioranza del tessuto produttivo italiano, restano spesso ai margini della globalizzazione.
Il motivo? Non la mancanza di qualità, né tantomeno di ambizione. Piuttosto, difficoltà ad affrontare l’investimento iniziale che un progetto di internazionalizzazione richiede: fiere internazionali, logistica, marketing cross-border, consulenti specializzati, certificazioni, traduzioni, tecnologie digitali. Tutto ha un costo, e spesso manca la liquidità o la conoscenza per affrontarlo con serenità.
L’interesse cresce: lo dicono anche i dati online
Negli ultimi 12 mesi, secondo Google Trends, le ricerche su keyword come “finanziamenti imprese estero 2025”, “contributo a fondo perduto export” e “incentivi digitalizzazione estero” sono cresciute tra il 30% e il 50%. Non si tratta solo di curiosità: dietro queste query ci sono imprenditori reali, alle prese con piani concreti di crescita, e alla ricerca di soluzioni sostenibili per affrontarli.
Parallelamente, cresce anche l’offerta di strumenti a supporto: agevolazioni, prestiti a tasso calmierato, misure di co-finanziamento per l’innovazione e l’efficienza energetica. Ma troppo spesso la percezione è che si tratti di percorsi complicati, poco trasparenti, riservati ai soliti noti.
Digitalizzazione e sostenibilità: due leve, una sola direzione
A fare da spartiacque tra le imprese che crescono e quelle che restano ferme è, sempre più, la capacità di innovare. Un’innovazione che non è solo tecnologica, ma anche organizzativa, commerciale e culturale.
Le PMI che investono in piattaforme di e-commerce per l’estero, in CRM multilingua, in cybersecurity, in ERP scalabili, si stanno aprendo a nuovi mercati con meno vincoli e più controllo.
Allo stesso tempo, chi avvia progetti di transizione ecologica, dall’efficienza energetica all’economia circolare, non solo si adegua alle normative, ma migliora il proprio accesso a fornitori internazionali, gare pubbliche e linee di credito ESG-linked.
Secondo numerose analisi, le imprese che integrano la sostenibilità nel proprio modello di business migliorano la fidelizzazione dei clienti, l’efficienza operativa, hanno un accesso agevolato al credito, grazie alla maggiore trasparenza sui rischi e a una governance più solida ma hanno anche un aumento dei ricavi.
Internazionalizzazione, due storie italiane: chi ce l’ha fatta
Caso 1 – Calzature Leone: digital export e crescita in Nord Europa
A Montebelluna, nel cuore del distretto veneto della scarpa, “Calzature Leone” ha trasformato una crisi in opportunità. Dopo il crollo del canale retail nel 2020, ha ripensato la propria strategia commerciale: piattaforma e-commerce dedicata ai Paesi scandinavi, integrazione con logistica localizzata, advertising digitale in lingua madre.
Con un investimento iniziale di circa 120.000 euro, coperto in parte da un finanziamento a tasso agevolato con contributo a fondo perduto, l’azienda ha ottenuto in 18 mesi:
- +37% di fatturato export,
- +22% sul margine operativo lordo,
- una base di oltre 9.000 clienti attivi in Svezia, Norvegia e Danimarca.
Caso 2 – BioAgri Sud: sostenibilità e fiere in Africa
Nel Salento, “BioAgri Sud” coltiva e trasforma prodotti biologici per il mercato locale. Ma nel 2023, il titolare ha deciso di guardare oltre: packaging compostabile, certificazioni ambientali, partecipazione a una fiera del biologico in Marocco, partnership con due distributori locali.
Anche in questo caso, l’impresa ha beneficiato di un sostegno a fondo perduto su spese per certificazioni, logistica e missioni commerciali. Oggi il 28% del fatturato proviene dall’export, e l’azienda ha assunto due persone per gestire l’espansione.
Le nuove geografie del business
Africa e America Latina sono due aree ad alta potenzialità per le PMI italiane. In Africa, la crescita urbana e industriale offre spazi per imprese del settore agroalimentare, energie rinnovabili, costruzioni, beni di consumo. In America Latina, Paesi come Brasile, Cile e Colombia investono in infrastrutture, transizione energetica e digitalizzazione.
Per le imprese italiane, questi mercati possono essere sfidanti ma accessibili, soprattutto se supportati da strumenti pubblici che mitigano il rischio e agevolano l’investimento.
Dove informarsi: partire con il piede giusto
Per molte aziende, il primo ostacolo è sapere dove guardare. Bandi, agevolazioni, sportelli digitali, scadenze, istruttorie: il quadro può sembrare complesso, ma non è inaccessibile.
Chi sta valutando un percorso di crescita sui mercati esteri, o vuole approfondire le opportunità legate alla transizione digitale e sostenibile, può iniziare a orientarsi attraverso le fonti istituzionali più aggiornate. Tra i punti di partenza utili per farsi un’idea, c’è anche il sito www.simest.it, dove è possibile consultare strumenti, bandi attivi e condizioni di accesso per le imprese italiane.