Il nuovo equilibrio tra vita e lavoro

Negli ultimi anni il concetto stesso di lavoro è cambiato. Non è più sufficiente parlare di stipendio e stabilità: i professionisti italiani chiedono di più. Cercano aziende che riflettano i propri valori, che sappiano ascoltare le persone e offrire benessere, flessibilità e percorsi di crescita.

Per chi si occupa di risorse umane (HR), si tratta di un cambiamento profondo, che obbliga a ripensare modelli organizzativi e strategie di attrazione dei talenti. Le indagini condotte da Business Intelligence Group (BIG), insieme alle riflessioni di esperti come Luca FurfaroValentina MariniFilippo Poletti offrono dati concreti e chiavi di lettura preziose.

Retribuzione: condizione necessaria ma non più sufficiente

Il sondaggio condotto da BIG nel settembre 2025 su un campione qualificato di manager e professionisti LinkedIn mostra un quadro chiaro:

  • 52% indica come priorità assoluta il benessere economico;
  • 29% mette al centro il benessere delle persone;
  • 10% la coerenza di valori;
  • 6% l’impatto e lo scopo;
  • 3% il contributo sociale.

La retribuzione rimane dunque imprescindibile, ma non è più sufficiente per definire una “buona proposta di lavoro”. Le HR devono integrare nuove leve motivazionali, pena il rischio di perdere attrattività.

Benessere, cultura e flessibilità: il nuovo “pacchetto lavoro”

La ricerca BIG-GRENKE, condotta su oltre 1.000 lavoratori italiani, ha evidenziato come il lavoro venga oggi percepito come un’esperienza complessiva, non solo come contratto.

I dati chiave:

  • Work-life balance: fattore decisivo, con forte attenzione a flessibilità oraria e permessi familiari.
  • Cultura aziendale: clima e valori contano quanto lo stipendio (3,4 su 4).
  • Smart working: da emergenza a requisito stabile (media 3,0 su 4).
  • Formazione e crescita: punteggio medio 3,38, segno che le persone vogliono sviluppare competenze.

Il messaggio è chiaro: il lavoratore contemporaneo cerca un pacchetto integrato fatto di retribuzione, benessere, cultura aziendale coerente e possibilità di crescita professionale.

Quattro profili valoriali: non esiste più un’unica offerta

Un elemento innovativo della ricerca BIG-GRENKE è la segmentazione dei lavoratori italiani in quattro cluster:

  • Leader dell’esperienza (27%): privilegiano stabilità e know-how.
  • Ricercatori di senso (39%): vogliono coerenza valoriale e impatto.
  • Manager della performance (4%): puntano a carriera e incentivi economici.
  • Pionieri del valore (30%): attratti da innovazione e cambiamento.

Per le HR, questo significa che un’unica offerta non basta più: serve differenziare pacchetti retributivi e organizzativi in base a generazione, valori e aspettative.

Valentina Marini: ascolto e reciprocità come nuove competenze HR

Nel libro Il lavoro da offrire, la proposta da accettare (Franco Angeli, 2025), Valentina Marini sottolinea come il concetto stesso di proposta lavorativa sia cambiato:

“Se un tempo la ‘buona offerta’ era il posto fisso, oggi non esiste una formula universale. Una buona proposta è ciò che risponde alle esigenze delle singole persone”.

Per Marini, il punto chiave è l’ascolto: osservare, comprendere i cambiamenti, dialogare con i lavoratori. Ma anche la reciprocità, intesa come patto di equilibrio tra esigenze aziendali e personali:

“Non dovrebbe esserci chi vince e chi perde in una collaborazione sana, ma un punto di incontro più equilibrato”.

Filippo Poletti: la voce delle imprese

Filippo Poletti, giornalista ed esperto di lavoro, porta un punto di vista complementare. La sua attività di osservazione e divulgazione mette in luce come le imprese che comunicano in modo autentico i propri valori e investono in employer branding risultino più attrattive.

Secondo Poletti, non bastano più slogan o campagne di facciata: sono le azioni concrete di welfare, inclusione e leadership responsabile a fare la differenza nella capacità di trattenere talenti.

Gianni Bientinesi: rigenerare le imprese nell’era della fullgevity

Nel medesimo volume Franco Angeli è presente il contributo di Gianni Bientinesi, CEO di BIG, che approfondisce il tema della fullgevity: la longevità estesa delle carriere e dei cicli professionali.

Il messaggio è chiaro: le imprese devono rigenerarsi, adattando i propri modelli di carriera, welfare e formazione a vite lavorative più lunghe, fluide e discontinue. Una sfida che riguarda direttamente le politiche HR, chiamate a costruire percorsi sostenibili nel lungo periodo.

Verso il 15 ottobre: la nuova ricerca commissionata da YesWeWork

Questi temi saranno al centro del Workshop “Il lavoro che ci cambia”, in programma il 15 ottobre 2025 al Talent Garden di Milano.

In quell’occasione, Business Intelligence Group presenterà in anteprima i risultati di una nuova indagine commissionata da YesWeWork. Si tratta di uno studio esclusivo, che approfondirà le trasformazioni in corso: quali fattori orientano davvero le scelte dei lavoratori italiani e come le imprese possono rispondere con proposte coerenti.

I dati completi verranno comunicati ufficialmente durante l’evento, fornendo strumenti concreti a HR manager e imprese per progettare strategie di attrazione e retention più efficaci.

Il lavoro come spazio di senso

Il lavoro non è più solo fonte di reddito. È diventato uno spazio di senso, in cui le persone cercano identità, valori, benessere e crescita.

Per le HR significa affrontare tre sfide decisive:

  1. Integrare la retribuzione con politiche di welfare e total reward.
  2. Costruire una cultura aziendale autentica, inclusiva e coerente.
  3. Adottare l’ascolto e la reciprocità come principi organizzativi.

Le aziende che sapranno rispondere a queste attese non solo attireranno i migliori talenti, ma costruiranno relazioni durature e sostenibili con le proprie persone. Il 15 ottobre sarà l’occasione per arricchire questa mappa con dati nuovi e aggiornati, aprendo un confronto che riguarda il futuro del lavoro in Italia.

https://yeswework.it/wp-content/uploads/2025/10/programma-workshop-15-ottobre.pdf