I dati raccolti da Federvini fotografano il mercato del vino in continua crescita in Italia, con un valore complessivo di mercato di oltre 3 miliardi di euro.

Il vino in Italia

La reputazione dell’Italia come terra produttrice di buon vino è legata alla grande varietà di tipologie di vino che il nostro territorio offre. I vini italiani provengono sia da vitigni autoctoni, che da una gamma ricca di varietà internazionali.

La viticoltura in Italia, intesa come pratica della coltivazione della vite per la produzione di vino ha origini remote; l’antico nome dell’Italia era Enotria (terra del vino), dal nome degli Enotri, abitanti dell’attuale Basilicata, che fin da 500 anni prima di Cristo avevano sviluppato e perfezionato le tecniche di viticoltura, vinificazione e conservazione del vino.

Le nuove tecniche di vinificazione, già a partire dagli anni 60, hanno permesso di migliorare notevolmente la qualità del vino. Attualmente l’Italia è il maggiore produttore di vino al Mondo, con 50,4 milioni di ettolitri di vino nel 2018, un fatturato di 11 miliardi di euro ed il 19,8% dell’intero export mondiale, con 6,2 miliardi di euro incassati nel solo 2018.

Le esportazioni sono principalmente verso Germania, Regno Unito e Stati Uniti d’America

Le regioni che detengono la maggior parte della quota di produzione di vino in Italia sono: Toscana, Piemonte, Puglia, Sicilia, Emilia Romagna e Veneto.

I dati sul mercato del vino

I dati raccolti da Federvini fotografano il mercato del vino in continua crescita in Italia, con un valore complessivo di mercato oltre 3 miliardi di euro.
Nel 2020, complice il Covid-19, è stata registrata una crescita del mercato ma prevalentemente legato ai canali on-line e GDO

“L’accelerazione impressa dalla pandemia nello sviluppo dell’online per le vendite di vino è innegabile. Anche nei prossimi mesi si assisterà a un consolidamento di tale canale, obbligando così i produttori a una maggior attenzione verso le nuove modalità di vendita” – dichiara Denis Pantini, Responsabile Nomisma Wine Monitor.

I consumi di vino in Italia quindi stanno mostrando gli effetti della pandemia da Covid-19. Il 2020 si è chiuso infatti con un netto incremento delle vendite al dettaglio di vino nella grande distribuzione italiana, grazie anche alle nuove abitudini di vita imposte dal lockdown.

Le vendite totali di vino sono cresciute dell’8% nel quarto trimestre, con un incremento dell’11% per i vini fermi, il che porta il 2020 a chiudere a +7.3% . Questi numeri vanno interpretati nello scenario della pandemia, che avendo ridotto  l’accesso a bar e ristoranti, ha spostato il consumo di vino verso la GDO e le vendite on-line.

Secondo i dati IRI lo spostamento è di circa 80 milioni di euro, che corrispondono a 3 punti percentuali di crescita.

Le nuove abitudini di consumo

Con il cambiamento delle abitudini e degli stili di vita degli italiani, è cambiato di conseguenza anche il consumo del vino. I dati mostrano infatti come, dopo tanti anni, il vino fermo cresce al pari dei vini spumanti, e il vino rosso tanto quanto il bianco. 

Vediamo alcuni dati (fontiIRI e I numeri del vino): 

  • nel 2020 la GDO ha venduto 7.9 milioni di ettolitri di vino, di cui 7 milioni di vino fermo e 0.8 milioni di ettolitri di vini spumanti, con una crescita del 6% sul 2019.
  • L’anno 2020 è stato caratterizzato da almeno due trimestri e mezzo di forte anormalità. Il secondo e il quarto trimestre hanno segnato un +10% e +8% rispettivamente, a fronte di un +4% per il terzo trimestre. 
  • Nel quarto trimestre sono stati positivi i dati del vino fermo, +10.6%, guidati dai vini bianchi e rosati intorno a +12% e dal +10% del vino rosso.
    Le categorie DOC/DOCG continuano a guadagnare quota, +12% contro il +5% dei vini comuni.
  • Nel segmento degli spumanti per il quarto trimestre si registra una crescita del 3% dei prodotti italiani e un calo del 12% dello Champagne. Tra i prodotti italiani si allarga la forbice tra lo Charmat Secco (Prosecco principalmente) che cresce del 9%, contro un dato stabile per il metodo classico e un calo di ben il 18% per i vini Charmat Dolci.
  • I dati dell’anno sono più omogenei, con un +7.4% per i vini fermi e un +8.1% per gli spumanti. Nell’ambito dei vini fermi sono molto simili le crescite per tipologia, mentre le categorie di alta qualità mantengono una velocità superiore rispetto ai prodotti di basso livello (+8% contro +3%). Anche negli spumanti il quadro allargato vede un andamento positivo anche per i metodo classico, +5%.

Export del vino italiano

I dati dell’Osservatorio Qualivita Wine confermano le prestazioni positive del mercato del vino italiano anche per quanto riguarda l’export.
Ecco i dati relativi ai due principali mercati di riferimento:

  • USA (+1,9%, per un valore di oltre 736 milioni di euro) 
  • Germania (+3,7% per 514 milioni di euro).

Registra invece una diminuzione l’export verso il Regno Unito (-1,9%, 342 milioni di euro) e la Svizzera (- 0,8%, 186 milioni di euro).
L’esportazione dei vini italiani in Francia invece si mantiene abbastanza costante (+9,3%, per un valore che sfiora i 100 milioni di euro). In realtà è comunque un dato positivo visto che la Francia è considerata il competitor diretto dell’Italia in quanto a produzione ed esportazione di vini.

L’esportazione verso il Giappone registra invece un recupero (+15,0%) dopo un paio d’anni di stallo.

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