La sostenibilità è sempre stata considerata un valore etico. Oggi le imprese la integrano nei loro processi produttivi e nella loro strategia di business per acquistare crescita, competitività e solidità aziendale.

Negli ultimi anni il concetto di sostenibilità sta vivendo una fase di profonda trasformazione. Sempre più imprese investono in sostenibilità, diventando una leva per le performance aziendali.

Lo sviluppo sostenibile non è più argomento di interesse solo per chi si occupa strettamente dei temi ESG. Le aziende che stanno investendo in sostenibilità hanno già ottenuto risultati visibili dei loro investimenti: maggiori ricavi e vantaggi economici, accesso agevolato al credito, miglioramento della reputazione, maggiori investitori e un chiaro posizionamento sul mercato.

Il rapporto annuale 2025 dell’Istat dichiara un’accelerazione delle imprese italiane verso un sistema energetico più sostenibile, anche se rimane indietro rispetto ai paesi europei. Tra il 2005 e il 2024 è triplicata la produzione di energia da fonti rinnovabili. Nel 2024, il 49% dell’energia elettrica prodotta in Italia proviene da fonti rinnovabili, nel 1990 era solo il 16,1%. Questi dati dimostrano che sempre più imprese stanno incrementando pratiche ESG nei loro processi di produzione e attività. Redigere il bilancio di sostenibilità è una leva di crescita per le imprese.

La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) non è solo un obbligo  

La nuova direttiva europea sulla sostenibilità (CSRD) sta imponendo a un numero sempre maggiore di aziende di redigere un bilancio di sostenibilità secondo standard precisi. Non si tratta solo di una norma per le grandi multinazionali: il bilancio si rivolge anche alle PMI e alle startup.

Non si tratta più solo di un obbligo. Le imprese che svolgono il bilancio di sostenibilità ottengono benefici concreti e misurabili, tra cui:

  1. Miglioramento della reputazione e fedeltà dei clienti
  2. Nuove opportunità di mercato
  3. Posizionamento strategico in un mercato che pone la sostenibilità al centro della comunicazione
  4. Maggiore trasparenza e credibilità
  5. Maggiore redditività nel medio-lungo termine

bilancio di sostenibilità e  futuro sostenibile

Perché oggi parliamo di sviluppo sostenibile

Il concetto di sviluppo sostenibile nasce dalla consapevolezza di non poter più trascurare l’impatto umano sulle risorse naturali. Questo nuovo approccio mette al centro la sostenibilità come obiettivo per il benessere delle generazioni presenti e per quelle future, promuovendo un equilibrio tra crescita economica, tutela dell’ambiente e equità sociale.

Ma come nasce l’Agenda 2030:

  • Intorno agli anni ’70 emerge la necessità di proteggere l’ambiente dall’impatto umano e dallo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali.
  • Nel 1972, il Club di Roma, pubblica “I limiti dello sviluppo”, primo allarme sul fatto che le risorse del pianeta non sono infinite.
  • La Conferenza di Stoccolma delle Nazioni Unite dichiara la salute del pianeta responsabilità umana, segnando l’inizio della consapevolezza ambientale globale.
  • Nel 1987 il Rapporto Brundtland introduce il concetto di sviluppo sostenibile, definendolo come lo sviluppo che non compromette i bisogni delle future generazioni.
  • Nel 1992, a Rio, nasce l’agenda 21: il primo piano di azione globale per la sostenibilità.
  • Nel 2002, Il vertice di Johannesburg lancia il concetto di responsabilità condivisa, promuovendo partnership tra governi, aziende e società civile.
  • Nel 2012 viene ribadita l’esigenza di una agenda globale per risolvere il problema delle disuguaglianze, della crisi climatica e della povertà.
  • Nel settembre 2015 durante il Summit ONU a New York viene firmata da 193 Paesi membri l’Agenda 2030: un piano di azione universale che include 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), articolati in 169 target specifici e oltre 200 indicatori per misurare i progressi.

I pilastri dell’Agenda 2030  

Redigere un bilancio di sostenibilità significa misurare l’impatto dell’azienda lungo quattro pilastri fondamentali, che riflettono le dimensioni dell’Agenda 2030:

  • Riguarda la gestione responsabile delle risorse naturali, la riduzione degli sprechi, il contenimento delle emissioni di CO2 e la transizione verso modelli di produzione circolare.
  • L’obiettivo è ridurre le disuguaglianze e promuovere una società equa, inclusiva e solidale, attraverso istruzione, diritti e partecipazione.
  • Si intende la capacità di mantenere una economia solida, in crescita e di qualità nel tempo che rispetta l’ambiente e le persone, puntando su innovazione, inclusività e circolarità.
  • Significa riconoscere l’impatto delle attività economiche sulle persone e sulle comunità, promuovendo inclusione e investendo in salute, istruzione e benessere.

Gli obiettivi dello sviluppo sostenibile

Per rispondere alla necessità di ridurre l’impatto ambientale e affrontare le grandi sfide globali come povertà, disuguaglianze, cambiamento climatico, degrado ambientale, pace e giustizia, sono stati definiti 17 obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030.

Quali sono e quali temi non possono essere più trascurati

  1. Sconfiggere ogni forma di povertà nel mondo.
  2. Porre fine alla fame, migliorando la nutrizione e promuovendo un’agricoltura sostenibile.
  3. Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età.
  4. Fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva e opportunità di apprendimento permanente per tutti.
  5. Raggiungere l’uguaglianza di genere.
  6. Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie.
  7. Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici e sostenibili.
  8. Promuovere una crescita economica inclusiva, l’occupazione e un lavoro dignitoso per tutti.
  9. Costruire infrastrutture, promuovere l’industrializzazione sostenibile e favorire l’innovazione.
  10. Ridurre le disuguaglianze.
  11. Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri e sostenibili.
  12. Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo.
  13. Adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze.
  14. Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile.
  15. Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire le foreste in modo sostenibile, combattere la desertificazione, arrestare il degrado del suolo e fermare la perdita di biodiversità.
  16. Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile e costruire istituzioni inclusive a tutti i livelli.
  17. Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.

Secondo il Rapporto SDGs 2023 dell’ISTAT, rispetto all’anno precedente il 42,6% degli indicatori mostra un miglioramento, in particolare per gli obiettivi come la parità di genere e le partnership per gli obiettivi. Si registra un peggioramento per il goal sull’energia pulita, così come per quello relativo a pace, giustizia e istituzioni solide. In temi come fame, istruzione, città sostenibili e cambiamento climatico, oltre un terzo degli indicatori è in peggioramento. Guardando però a un orizzonte temporale più ampio, negli ultimi dieci anni il 58,6% degli indicatori monitorati mostra un andamento positivo.

L’Osservatorio Ri-generazione: leggere il presente per anticipare il futuro

L’Osservatorio Ri-Generazione condotto da Business Intelligence Group nasce nel 2020 per individuare le trasformazioni che stanno cambiando il consumo, il lavoro e la vita quotidiana. L’Osservatorio analizza come questi fattori ridisegnano continuamente la società invitandoci a Ri-Generarci per affrontare il futuro con maggiore consapevolezza, con strumenti nuovi e per affrontare il cambiamento con innovazione e visione sul futuro.

Adottare principi ESG nelle strategie aziendali, non solo come risposta a obblighi normativi ma per auspicare ad una crescita, significa interpretare e saper guidare il cambiamento, cogliere nuove opportunità e contribuire a un futuro più equo e responsabile. L’Osservatorio si propone quindi come uno strumento concreto per costruire la direzione nella quale le aziende muoversi, non con incertezza ma conoscenza dei dati, in modo da guidare i continui mutamenti di mercato e saper comprendere le leve strategiche prima che lo facciano i competitor.

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