Questa settimana Lorenzo Romani, responsabile marketing di Dife SpA ci racconta come un’azienda con una lunga tradizione nel riciclo e nella gestione dei rifiuti industriali abbia fatto della sostenibilità una scelta strutturale fin dalle origini, rafforzandola oggi con nuovi strumenti, tecnologie digitali e progetti ad alto impatto sociale.

Dife è un’azienda specializzata nella gestione dei rifiuti industriali, dal 1978 che si occupa di raccolta, trasporto e valorizzazione dei rifiuti all’interno dei suoi tre impianti di proprietà in provincia di Pistoia. Ad oggi è attiva in Toscana con 30 automezzi, e su tutto il territorio italiano con un servizio di intermediazione, per la gestione di circa 115.000 tonnellate annue. Dife rappresenta l’anello di congiunzione tra la fase di produzione del rifiuto e quella della sua trasformazione finale. Ma la sua storia inizia dalla raccolta di carta e cartone da macero: alla fine degli anni ’50 il futuro fondatore di Dife, Fernando Tissi, si occupava della raccolta della paglia per la sua trasformazione in cartiera nella cosiddetta “carta gialla”. Oggi, alla terza generazione, Dife conta tre impianti e offre un servizio di intermediazione in tutta Italia, gestendo tutte le tipologie di rifiuti industriali.

Quali degli obiettivi di sviluppo sostenibile rappresentano una priorità per Dife?

Il nostro impegno per la sostenibilità ha sempre rappresentato un principio e una direzione aziendale. Dife è certificata da anni UNI EN ISO 14001:2015 a sostegno della sostenibilità ambientale; UNI EN ISO 45001:2018 per l’aspetto di tutela sociale; UNI EN ISO 9001:2015 che all’interno del sistema di gestione integrata ESG (Environmental, Social and Governance) va a coprire la dimensione di Governance. Negli ultimi anni abbiamo però deciso di andare a mappare e rendicontare il nostro impegno, per monitorare i nostri impatti e mettere in atto azioni migliorative, prendendo decisioni più informate:

Il percorso di redazione del bilancio è iniziato nel 2022, su base volontaria. Ciò ci ha consentito di arrivare preparati, e con una metodologia già impostata, all’obbligo imposto dalla direttiva CSRD.

Lo scorso anno abbiamo redatto la prima analisi di materialità, andando a coinvolgere i diversi portatori d’interesse delle attività e degli impatti ESG, mentre quest’anno abbiamo deciso di intraprendere l’analisi della nostra “Carbon Footprint”, un percorso di monitoraggio delle emissioni di GHG, di Scope 1, 2 e 3.

Dife ha selezionato 12 dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU: tra quelli prioritari per noi, secondo anche quanto emerso dai nostri stakeholders, ci sono la salute e sicurezza dei nostri dipendenti e un’occupazione piena e produttiva, l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile e sistemi di efficienza energetica, un’industrializzazione equa e sostenibile, nonché l’investimento in partnership per modelli di sviluppo sostenibile e per la riduzione di rifiuti attraverso il riciclo e il riutilizzo.

Come vengono integrati nelle vostre operazioni quotidiane? Alcuni esempi sono:

  • L’installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto dell’impianto principale, con 936 pannelli su 3.200 mq, coprendo il 35% dei consumi produttivi, operazione ultimata a gennaio 2025.
  • L’efficientamento energetico dei macchinari e una flotta composta per l’80% da mezzi Euro 6. (per la riduzione degli impatti nocivi dati dalla combustione)
  1. In che modo l’azienda trasforma i rifiuti in risorse, contribuendo a un modello di produzione più sostenibile?

 

Il 75% dei rifiuti gestiti negli impianti di Dife, pari a circa 60.000 tonnellate, viene destinato a operazioni di recupero (tra materia ed energia), evitando lo smaltimento in discarica. Alcuni dei principali materiali di scarto avviati al recupero riguardano, ad esempio, gli imballaggi, il legno, i rifiuti organici e la carta (Normativa End of Waste). Il recupero delle sostanze organiche è una pratica fondamentale per ridurre l’impatto ambientale e trasformare gli scarti in risorse utili.

Ad esempio, attraverso il processo di compostaggio, i materiali organici possono essere convertiti in fertilizzanti naturali e in altri prodotti impiegabili in agricoltura. Anche il legno viene valorizzato: dopo una prima fase di selezione e triturazione può essere riutilizzato per la produzione di pannelli truciolari, per la generazione di energia da biomassa e per la realizzazione di blocchetti per pallet e altri prodotti. Nel settore del riciclo della carta, Dife si occupa della gestione e del trattamento di circa 15.000 tonnellate di carta da macero all’anno, comprendente cartone da imballaggio, scatole, sfridi di produzione etc. Questa attività rappresenta il business storico di Dife.

“Dife for Kids” è un progetto ambizioso, da quale bisogno nasce?

Il progetto “Dife for kids”, in onore di mio nonno Fernando Tissi, nonché fondatore di Dife, nasce per sensibilizzare le giovani generazioni alla cultura del riciclo e all’importanza della corretta differenziazione dei materiali, attraverso giochi e quiz sul riciclo. La mascotte del progetto è un pirata, e si occupa di diffondere un messaggio ecologico: i rifiuti sono risorse preziose, tesori da scovare e che possono rinascere in nuove forme ed utilizzi. Solo nel 2024 sono stati coinvolti circa 6.000 ragazzi per un totale di 30 eventi, nell’ambito delle collaborazioni con associazioni e istituti scolastici.

In quali altri progetti vi impegnate?

A livello di sostenibilità sociale e progetti per la comunità e territorio, alcune delle iniziative che rinnoviamo ogni anno riguardano, il sostegno ai “Bambini delle Fate” e all’Associazione “Ora per Dopo di Noi”, per la promozione di centri di formazione e iniziative ricreative, tra cui il Baskin (basket inclusivo); collaboriamo con Giunti al punto per la donazione di biblioteche per bambini a favore di enti locali. Inoltre, Dife ha in programma progetti di alternanza scuola-lavoro con Istituti tecnici in provincia di Pistoia. Alcune delle ultime novità riguardano il lancio dell’editoriale Dife Magazine per diffondere aggiornamenti normativi, iniziative sostenibili, cultura del riciclo, industria e innovazione e il progetto “Life Terra” con Legambiente, per la riqualificazione di un’area precedentemente abbondonata e la piantumazione di 100 alberi a Pistoia.

Quali tecnologie e sistemi innovativi avete integrato?

Per far fronte alle richieste dei clienti in modo rapido e preciso e fornire un servizio integrato anche dal punto di vista tecnologico, Dife ha sviluppato in-house una soluzione digitale innovativa per la gestione dei rifiuti, dalla gestione amministrativa alla pianificazione logistica. Ogni cliente ha accesso al portale per richiedere il ritiro dei rifiuti direttamente online, il rinnovo della documentazione prima che il processo prenda avvio, controllare in tempo reale l’avanzamento delle richieste, lo storico dei dati, i contratti attivi e la validità dei documenti tecnici.

Tutto ciò permette al cliente una gestione più fluida e senza intoppi, precisa e trasparente che riduce tempi e costi indiretti, aumentando la produttività ed eliminando i fattori di rischio legati alla non conformità normativa. Ogni operazione è in continuo aggiornamento, per cui il tracciamento delle operazioni avviene in tempo reale, eliminando le inefficienze e ottimizzando ogni fase del processo. Da poco il Portale Clienti è disponibile anche da mobile: un’unica piattaforma che garantisce trasparenza e tracciamento in tempo reale di tutte le operazioni, che permette di organizzare ogni aspetto della gestione in pochi clic, ovunque e in qualsiasi momento.

Quali progetti sostenibili Dife intende sviluppare per continuare a essere un punto di riferimento nel settore?

Stiamo investendo molte risorse nella digitalizzazione dei nostri processi, per agevolare il cliente, ottimizzando ed efficientando le procedure, ma anche per sviluppare un sistema di raccolta dati, cruciale per la nostra strategia di sostenibilità. Stiamo anche investendo nella decarbonizzazione delle nostre attività maggiormente impattanti, tramite l’adozione di una flotta di soli veicoli euro6, e l’autoproduzione di energia green. Siamo in attesa di futuri sviluppi normativi per alcune tipologie di materiali che ad oggi purtroppo non trovano sistemazione se non nel recupero energetico, ed avviare così attività di riciclo su una serie di materiali che ancora non possono essere valorizzati.