Sentiamo parlare molto spesso di big data e più raramente di small data.
Ma che rapporto hanno tra loro queste due tipologie di dati e quali differenze ci sono? Come possono essere utili per il business aziendale?

Che cosa sono gli Small data?

Gli Small data sono dati sufficientemente “piccoli” per la comprensione umana. Sono dati in un volume e in un formato che li rendono accessibili, informativi e fruibili. (Wikipedia)
Sono quindi piccoli set di dati che possono essere archiviati e processati da un normalissimo pc, di quelli che ognuno di noi usa quotidianamente.

Questo amalgama di gesti, abitudini, gusti, esitazioni, tic linguistici, scelte di arredamento, password, tweet, aggiornamenti di stato e molto altro è ciò che definisco small data.”  – Martin Lindstrom, dal libro Small Data

Martin Lindstrom, scrittore danese esperto di marketing e brand, sostiene appunto che gli small data derivano dall’osservazione delle persone nei loro comportamenti quotidiani.
E proprio in questo sta l’utilità per le aziende: studiando le abitudini del proprio target di riferimento è possibile definire obiettivi di marketing molto mirati.

Che cosa sono i Big data?

Come possiamo intuire dal nome, si tratta di un volume davvero importante di dati strutturati e non strutturati. Proprio per la loro mole, contrariamente a quanto accade per gli small data, i big data non possono essere archiviati in un normale pc ma necessitano di vere e proprie macchine.
Anche il processo di studio e analisi è molto più complesso, per poter arrivare poi a estrazioni di informazioni utili al management aziendale.
L’evoluzione tecnologica e l’utilizzo che facciamo quotidianamente dei vari device come smartphone e pc contribuisce in maniera evidente alla produzione di questa mole di dati così elevata.
Questo però implica allo stesso tempo che più continuerà a crescere la quantità di dati a disposizione delle aziende, più sarà necessario attuare processi tecnologici articolati per poterne poi estrarre informazioni utilizzabili.

Può sembrare un paradosso, ma in realtà quindi i Big Data non bastano se non sono integrati con gli Small Data.
Sono infatti questi ultimi che ci permettono di avere informazioni di dettaglio, per esempio, dei comportamenti e dei value di riferimento dei consumatori. Gli small data sono in grado di restituirci informazioni su cultura, emozioni, sentimenti, abitudini, che influenzano ovviamente le intenzioni di acquisto. 

big data small data analytics

Big data e small data: l’unione fa la forza

L’errore più comune è quello di guardare a queste due tipologie di dati in maniera contrapposta, ma in realtà solo l’utilizzo di entrambi permette di avere informazioni più complete e maggiormente utilizzabili.
Per definire meglio le strategia di business aziendale è quindi opportuno sfruttare i benefici sia dei Big che degli Small Data.
E’ possibile infatti processare una prima raccolta e analisi dei Big Data per elaborare informazioni, da approfondire poi nel dettaglio degli Small Data.

Business aziendale data driven

Il business aziendale vive sui dati, e con i dati.
Big or small, sono fondamentali non solo per analizzare lo storico ma anche per definire le strategie future da mettere in campo. Le strategie data driven sono ormai realtà nelle aziende che hanno capito l’importanza della mole di dati prodotta quotidianamente.
Non solo quindi raccogliere, ma anche organizzare e soprattutto rielaborare i dati di cui si è in possesso è un’attività svolta grazie alle numerose tecnologie di analytics presenti sul mercato. 

Big data e small data procedono quindi di pari passo.
Per il management poter lavorare su informazioni molto selezionate è utile per avere indicazioni più precise per definire la direzione delle strategie di business. La scelta quindi non dev’essere tra small data e big data ma a fare la differenza è la qualità dei dati e dell’analisi degli stessi.

Una gestione mista sembra essere quindi la chiave vincente per il marketing aziendale.

 

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