Il settore dei big data rappresenta un mercato in costante evoluzione e con una crescita sempre più importante negli ultimi anni.

Ma quanto vale realmente il mercato dei dati?

Il mercato dei dati in Italia: quanto vale?

Il mercato dei big data, e più precisamente degli analytics legati ai dati, è in continua crescita ed espansione. Secondo Statista entro il 2027 il mercato dei Big data analytics arriverà a quota 100 miliardi di dollari.
In Italia il valore del mercato dei dati ha raggiunto nel 2021 la quota di 2.011 miliardi di euro, con un incremento del 13% rispetto al 2020.
Post pandemia, come molti settori, anche quello dei big data analytics ha registrato un’importante crescita, grazie anche alle nuove modalità di lavoro da remoto che hanno comportato inevitabilmente investimenti in ambito tecnologico.

Dal report annuale realizzato dall’Osservatorio Big Data & Business Intelligence del Politecnico di Milano , e riferito al 2021, è emerso chiaramente come la ripresa economica post pandemia ha coinvolto tutti i settori. E questo quindi non ha fatto altro che incrementare il valore di mercato dei dati.
Infatti questa è l’era dell’industria 4.0, che rappresenta a tutti gli effetti un processo di innovazione molto importante per il business delle aziende. Perché permette alle imprese di essere digitalizzate, interconnesse e supportate dalle nuove tecnologie.
Il che si traduce in volumi e varietà di dati sempre più importanti prodotti quotidianamente.

valore mercato dei dati

ogni giorno da app, social media, data services, sensori, lettori, geo-intelligence system,ecc vengono prodotti volumi davvero enormi di dati – Photo by NASA on Unsplash

Che cosa sono i big data analytics

Oggi la vastità e la varietà dei dati a disposizione di aziende e organizzazioni richiede un processo di lettura ed elaborazione decisamente complesso e articolato, per riuscire ad estrarre un output finale significativo e utile strategicamente. Per questo quindi sono sempre più numerose le realtà che si affidano ai big data analytics, ovvero a strumenti per l’analisi di volumi importanti di dati.

Grazie ai big data analytics, manager e decision maker possono accedere a un patrimonio informativo che permette alle aziende di:

  • individuare e anticipare le tendenze;
  • abbattere i costi;
  • incrementare i volumi di vendita;
  • individuare e studiare i comportamenti dei competitor;
  • approfondire il mercato di riferimento;
  • analizzare il comportamento dei clienti.

In generale quindi l’utilizzo dei big data è strategico per prendere decisioni data driven e in tempi brevi.

Perché il mercato dei dati è sempre più importante

Nell’epoca dell’Internet of Things la produzione di dati non può che continuare a crescere. App, social media, data services, sensori, lettori, geo-intelligence system, continueranno a produrre dati sempre più precisi e fondamentali per le decisioni strategiche.

Il ruolo dei Big data analytics in tutti gli ambiti aziendali, da quelle di piccole e medie dimensioni alle multinazionali, è in grande crescita proprio perché anche i sistemi di business management richiedono continuamente dati analitici per incrementare il business, migliorare la produttività, essere sempre più competitivi.

E quindi estrarre informazioni dai dati è diventato indispensabile in qualunque settore. Per impostare politiche e strategie sempre più precise e appunto “data driven”.

Secondo quando emerge dalla ricerca realizzata dall’Osservatorio del Politecnico di Milano, ad incrementare il valore del mercato dei dati nel 2021 hanno contribuito in maniera significativa questi settori:

  • assicurazioni
  • telecomunicazioni e media
  • industria manifatturiera
  • software
  • investimenti nel public cloud

Alcuni dati sul mercato dei Big data analytics

Dal  report 2021 dell’Osservatorio Big Data & Business Intelligence del Politecnico di Milano emerge che:

  • il 44% delle piccole e medie imprese ha investito in Analytics
  • il 49% delle grandi aziende italiane ha in organico almeno un Data scientist
  • il 59% delle grandi aziende italiane ha in organico almeno un Data engineer
  • il numero di Data scientist è cresciuto nel 28% dei casi

Ma, nonostante questi dati positivi e incoraggianti, è necessario ancora sviluppare e diffondere una vera e propria cultura dei dati.

Poche aziende italiane oggi possono essere considerate veramente data driven, cioè capaci di portare l’intera organizzazione a una piena valorizzazione dei dati a disposizione. Per far sì che la Data Science abbia un impatto concreto, è necessario creare una cultura dei dati che, a diversi livelli, avvicini sempre più lavoratori ad un uso quotidiano di insights e risultati delle analisi” così ha dichiarato Carlo Vercellis, responsabile scientifico dell’Osservatorio Big data e business analytics.

Il valore economico dei dati

La ricerca “Is Big Data Producing Big Returns?” condotta nel 2012 a livello globale da Wakefield Research, faceva emergere come gli investimenti fatti dalle aziende per gestire la crescita esponenziale di dati venivano ripagati.

E infatti l’84% degli intervistati a livello globale (e l’80% in Italia), dichiarava che i big data risultano fondamentali nei processi decisionali.

Il 73% delle aziende intervistate inoltre affermava di utilizzare i big data analytics per far crescere il fatturato e per creare nuove opportunità di business.

I big data rappresentano quindi un asset strategico, che deve essere utilizzato dalle aziende per  affrontare le nuove sfide del mercato, incrementare il proprio business, e posizionarsi meglio rispetto ai competitor.

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