Abbiamo incontrato Gianni Bientinesi, esperto in Business Intelligence, studi e ricerche di mercato e CEO di Business Intelligence Group. Bientinesi nel 2020 è stato protagonista di diversi dibattiti (per la maggioranza virtuali) in cui si è confrontati sull’andamento del mercato italiano in un periodo molto particolare, come l’anno del 2020. Numerosi spunti sono emersi dalle interviste rilasciate alle emittenti radio, tv e testate giornalistiche nazionali e locali.

Abbiamo ritenuto doveroso intervistare il CEO di un’azienda illuminata come Business Intelligence Group, Gianni Bientinesi, al volgersi della fine di un anno intenso come il 2020. È tempo di bilanci e di previsioni e oggi più che mai abbiamo bisogno di risposte come quelle che Bientinesi ci ha fornito in questa bella intervista.


Il 2020 è stato l’anno dell’emergenza Covid. La pandemia ha cambiato la vita degli abitanti di tutto il mondo e ci ha confermato quanto sia importante pensare a nuove abitazioni, nuove abitudini e, soprattutto, nuove soluzioni. È corretta questa lettura?

Il 2020 è stato un anno molto particolare, direi unico nella storia di questo secolo. La pandemia ha voluto ricordare al mondo intero che dobbiamo ripensare al modo in cui vogliamo, ma soprattutto, dobbiamo costruire il nostro futuro, quale mondo lasciare in eredità ai nostri figli. In questi lunghi mesi di reclusione forzata, ci siamo fatti tante domande. Quali sono le nuove priorità? Quale senso dare al futuro? Da dove ripartire?  In questo senso, non tutto è stato negativo, anzi. Gli insegnamenti che ne traiamo da questa situazione sono molti. Abbiamo rimesso al centro la salute delle persone, abbiamo capito che questa può essere salvaguardata nella misura in cui riusciamo a salvaguardare l’ambiente.

Inoltre, abbiamo capito che non si possono superare le difficoltà da soli e che la fiducia sia uno degli elementi fondanti del tessuto sociale. Infine, abbiamo capito che dobbiamo accelerare dal punto di vista tecnologico e che ognuno debba fare la propria parte. In tutto questo, la Casa è diventata il nuovo centro di un mondo che può essere a portata di click. Dobbiamo quindi ripensare nel profondo a come rifondare una nuova socialità che rimetta al centro le persone.

Siamo a fine anno ed è inevitabile il bilancio di un 2020 sicuramente “particolare”. Per Business Intelligence Group è stato un anno positivo o negativo? 

Come a ogni fine anno, stiamo facendo i conti di cosa è successo nel 2020, ma soprattutto cosa vogliamo che succeda nel nuovo anno e, quindi, nel 2021. Da questo punto di vista Business Intelligence Group ha cercato di stare a fianco dei propri clienti attraverso delle iniziative che hanno contribuito a far sentire “meno soli” i propri clienti.

Tra le tante iniziative, vorrei segnalare la creazione di un vero e proprio magazine dedicato ai temi della Ricerca e Sviluppo oltre che a tutti quelle che sono i nuovi approcci legati al processo di trasformazione digitale. Un servizio completamento gratuito, messo a disposizione di tutti coloro che si avvicinano al mondo delle ricerche e che hanno la curiosità di comprendere quali sono le tecniche e gli strumenti più efficaci per la costruzione di una strategia utile per la ripartenza. Questa nostra piccola iniziativa accompagna il lettore ogni giorno con dei contenuti a mio avviso utili ed interessanti. In un momento in cui tutti si stanno chiedendo cosa fare noi proviamo a dare qualche spunto per affrontare meglio e con più consapevolezza i passi da fare nei prossimi mesi. I feedback sono stati molto interessanti ed alcuni nostri Clienti ci hanno ringraziato per aver continuato a creare contenuti in modo costante anche quando era difficile capire cosa stava succedendo.

E gli altri settori come hanno vissuto il lockdown? Quali lo hanno subìto e quali ne hanno beneficiato?

Siamo alla fine del 2020 e se andrà tutto bene l’economia italiana chiuderà con una caduta significativa del PIL cosi come del resto tutta l’Europa. Nonostante i numeri non siano davvero incoraggianti, a dicembre 2020 si stima un aumento sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori sia quello delle imprese.

Questo sta a significare che c’è una forte speranza da parte di tutti che la situazione migliori e che si ritorni un clima di serenità. C’è da dire che se da una parte ci sono settori dell’economia che stanno soffrendo, quali ad esempio il settore turistico e della ristorazione, ci sono altri che invece hanno accelerato la loro presa di mercato. Senza andare nello specifico, abbiamo registrato una vera e propria accelerazione per quanto riguarda tutti i servizi legati alla trasformazione digitale: e-commerce, entertainment e gaming on line, servizi di cloud e servizi di streaming soprattutto in ambito lavorativo. Tra i comparti che hanno che hanno “beneficiato” di questo periodo vi è anche quello alimentare.

Sono infatti aumentate le vendite di  farina, burro, uova e il latte a lunga conservazione. Sono cresciute a doppia cifra la vendita di patatine, affettati, birra e vino. Inoltre, gli italiani hanno aumentato l’acquisto di detergenti per la disinfezione di mobili e superfici. Infine, significativo è stato il consumo di prodotti per l’igiene personale quali saponi e creme oltre alle salviette umidificate. Si può dunque parlare di un vero cambio di abitudini di consumo e di acquisto che molto probabilmente avranno un effetto importante che si ripercuoterà anche per il futuro prossimo.

L’attenzione alla sostenibilità, alla salute, al confort e all’innovazione è cresciuta. Possiamo dire che il lockdown ha accelerato questo fenomeno?

L’attenzione alla salvaguardia del Pianeta, l’importanza per la salute, l’inclusività e l’innovazione continua sono tutti temi fondanti il nostro progetto impresa. Tuttavia, in questo ultimo anno abbiamo rilevato dai nostri studi che l’interesse si sia trasformato in una vera necessità da parte delle persone. In questi mesi abbiamo monitorato il sentiment degli italiani su questo argomento.

Abbiamo realizzato 1000 interviste alla popolazione italiana durante il primo lockdown che abbiamo rilanciato nelle scorse settimane in occasione del secondo lockdown. Abbiamo chiesto agli italiani quali saranno i principali cambiamenti in merito alla propria sfera sociale (famiglia, parenti, amici), la sfera personale e quella dei consumi.

I risultati che abbiamo raccolto sono molto interessanti: la salute è (giustamente) la principale preoccupazione degli italiani, seguita dall’attenzione all’ambiente e dal un consumo più responsabile che salvaguardi l’economia del Paese. Tuttavia, il vero dato rilevante è quello a confronto tra il primo ed il secondo lockdown. Dalla ultima rilevazione si evince che pur rimando alta la tensione sulla salute cresce la voglia di uscire da questa situazione, ormai divenuta soffocante per milioni di persone.

La reazione degli italiani a questo periodo di reclusione e di divieti pare essere quella di iniziare a pensare a come ritornare velocemente alla normalità: passare una serata al ristorante in compagnia con gli amici, assistere ad un concerto, andare a teatro, riprendere a viaggiare all’estero e riscoprire la Casa come uno dei pilastri dell’economia italiana su cui fare nuovi investimenti. La vera speranza è che si possa ritornare a progettare un futuro che tutto ad un tratto è diventato un soffocante presente.

Si parla di “ritorno alle origini”, di primordialità. Abbiamo già letto sulla sua rubrica di BricoMagazine che prevede un futuro volto al concetto dell’autosufficienza. Ce ne parli (e perché la riflessione nasce dal lockdown?)

Il concetto di “ritorno alle origini” se da un lato può sembrare che vi sia una sorta di pensiero nostalgico nei confronti del passato in realtà ha una accezione di nuova rinascita. Nello specifico, abbiamo capito che “nessuno si salva da solo” ma che ognuno deve riprendersi la “responsabilità della propria essenza”. Questo vale sia per quanto riguarda i rapporti tra le persone ma soprattutto per quanto riguarda i rapporti che intercorrono tra il sistema sociale quello produttivo ed economico.

Si tratta dunque di capire quale sarà la destinazione da prendere e iniziare questo nuovo viaggio che auspicabilmente ci porterà molto più lontani di dove siamo arrivati fino ad oggi. I concetti chiave che ci accompagneranno nel prossimo futuro saranno incentrati con concetto di fiducia dove ognuno dovrà fare la propria parte in modo consapevole.

Che futuro ci aspetta?

Capire cosa succerà nel futuro, fare le previsioni, penso che sia una delle attività più difficili del genere umano. Quello che posso dire che normalmente il futuro “non succede” ma si realizza grazie alle azioni che facciamo oggi nel presente. A volte questo concetto ce lo dimentichiamo, ma quello che succederà nel futuro sarà comunque il frutto delle nostre scelte fatte oggi. Quello che abbiamo capito è che ripristinando i vecchi schemi mentali, molto probabilmente ci riporterà alla situazione di oggi.

Dobbiamo, quindi, trovare una nuova chiave di lettura ed iniziare a rimettere in priorità le cose, ma soprattutto le persone. Su questo concetto ho dibattuto molto negli ultimi tempi ma sono sempre più convinto che dovremo ricordarci che in fondo siamo delle persone e come tali dobbiamo costruire un mondo che sia sempre più a misura di persona.

Da questo punto di vista sono fiducioso e credo che in fondo questa pandemia abbiamo messo a dura prova il vecchio modello di sviluppo. Dobbiamo necessariamente smettere di fare quelle cose che non ci portano il vero benessere, cambiare quelle che non hanno funzionato bene ma soprattutto ripensare in modo nuovo a quello che vogliamo lasciare alle prossime generazioni.

Cosa farà Business Intelligence Group per migliorare la qualità della vita degli abitanti e delle aziende?

Business Intelligence Group è nata con l’idea di dare il proprio contributo nel processo di innovazione a tutte quelle aziende che sono interessate alla sostenibilità, la salute, l’inclusione e l’innovazione continua. La nostra missione è abbastanza semplice, ma molto precisa. Siamo un elemento di accelerazione a tutte quelle aziende che sono interessate alle persone e che vogliono sviluppare questi temi che a mio avviso sono centrali per co costruire un “futuro intelligente”.

A tal proposito, stiamo sviluppando progetti che vanno in questa direzione sia con le aziende ma anche e soprattutto con le istituzioni. Credo che anche una azienda come la nostra non possa esimersi nel prendersi la responsabilità in questo. Credo che ognuno ha l’opportunità di fare la propria parte e che proprio in momenti come questi ci sia la necessità di scatenare tutta la nostra creatività, pragmatismo e spirito di sfida per aiutare le persone a vivere una vita più interessante.

Ringraziamo Gianni Bientinesi per averci dato spunti preziosi per affrontare il nuovo anno al meglio.

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