Nel 2024–2025 l’Italia ha visto un’accelerazione nelle acquisizioni di aziende da parte di gruppi esteri: oltre 42 miliardi di euro in operazioni M&A inbound. Marchi come Iveco, Bialetti, Prima Assicurazioni e Zegna hanno cambiato proprietà o governance, mentre realtà storiche come Vodafone Italia e Whirlpool hanno lasciato il Paese.
Parallelamente, emergono fragilità profonde: l’invecchiamento demografico, un sistema scolastico non allineato alle esigenze del mercato, un capitale umano sottoutilizzato e la mancanza di una strategia industriale nazionale.
La crescente competizione asiatica, sostenuta da capitali pazienti e visione di lungo periodo, mette ulteriormente in difficoltà il sistema produttivo italiano, che fatica a trattenere valore e innovazione.
La vera domanda non è “chi ci compra?”, ma “perché vendiamo?”. L’articolo propone un’analisi strategica e sociologica di un Paese che rischia di perdere il controllo sul proprio destino economico.